Un reato nel reato, a più livelli, attraversando camorra e politica: nell’ambito della compravendita di voti in favore di un candidato al Consiglio della Regione Campania, il clan di Cercola “si accorse” di non aver dato il via libera né di aver riscosso la relativa tangente. Inammissibile. Tanto che il clan De Luca Bossa – Minichini decide di inviare due affiliati per mettere in chiaro le cose. I due pestano il soggetto che si stava occupando della compravendita di voti, pretendendo mille euro. Oggi i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata hanno arrestato uno dei due affiliati, l’altro era già finito in manette.
Compravendita di voti per la Regione senza l’ok del clan
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Le accuse sono di estorsione aggravata dalla finalità mafiosa. L’indagato, resosi irreperibile sin dal mese di luglio scorso, è stato rintracciato dai militari dell’Arma nel quartiere Vomero di Napoli. Il provvedimento cautelare è stato emesso in seguito ad una complessa attività d’indagine, avente ad oggetto la compravendita di voti che sarebbe avvenuta nella frazione di Caravita del Comune di Cercola, in occasione delle elezioni per il Consiglio Regionale della Campania, svolte nel settembre 2020.
Indagato estorsore a Cercola
In particolare, i due indagati avrebbero proceduto al pestaggio ed alla successiva richiesta della somma di 1000 euro ai danni di un soggetto che, senza aver preventivamente richiesto l’autorizzazione al suddetto sodalizio criminale e omettendo di corrispondere la relativa tangente, avrebbe provveduto alla suddetta compravendita di voti in favore di un candidato al Consiglio Regionale della Campania.