E’ stato recuperato il cadavere di Ciro Palmieri, il panettiere di Giffoni Valle Piana ucciso – secondo gli inquirenti – dalla moglie, Monica Milite, dal figlio Massimiliano e dall’altro figlio, di 15 anni, mentre il più piccolo, di 11, ha assistito “sbigottito e attonito”, come sottolinea la procura, alla scena.

Ritrovamento e recupero del corpo di Ciro Palmieri

Gli indagati hanno indicato il luogo dove si sono disfatti del corpo, una zona impervia a ridosso della strada provinciale 25 che collega Giffoni Valle Piana a Serino, in provincia di Avellino. La strada è stata interdetta alla circolazione.

Sul luogo erano presenti i carabinieri della Compagnia di Battipaglia, i Vigili del Fuoco e specialisti del Nucleo speleologico, quando nel pomeriggio di oggi è stato infine recuperato il cadavere di Ciro Palmieri. Il corpo si trovava in un dirupo in località Curticelle di Giffoni Valle Piana: è stato individuato dalla squadra del distaccamento locale dei Vigili del fuoco e recuperato con il supporto dei reparti speciali speleo-alpino-fluviali e del personale del Cnsas. Le operazioni sono state coordinate dai Carabinieri.

La moglie aveva denunciato la scomparsa di suo marito il 30 luglio 

La moglie aveva denunciato la scomparsa di suo marito il 30 luglio scorso ai Carabinieri di Giffoni Valle Piana, nel Salernitano. Il racconto della donna aveva ingenerato il sospetto che la ricostruzione dell’accaduto non corrispondesse a quanto verificatosi. In effetti il panettiere era già morto.

È quanto emerge dalle risultanze investigative della Procura di Salerno e dalla locale Procura presso il tribunale del minori che hanno emesso due fermi per indiziato di delitto a carico di Monica Milite, Massimiliano Palmieri e del fratello 15enne di quest’ultimo. Anche il figlio 15enne coinvolto avrebbe partecipato materialmente all’omicidio.

Incastrati dai video recuperati grazie a un consulente tecnico

Una furia bestiale. Scene “agghiaccianti”, come le definiscono gli inquirenti. Tutto ripreso dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza dell’abitazione di Ciro Palmieri. Secondo quanto reso noto dalle procure ordinaria e per i minorenni di Salerno, l’impianto di videosorveglianza è servito da diverse telecamere interne, ma le riprese del 29 e 30 luglio – quando è avvenuto l’omicidio – erano già sovrascritte. Un consulente tecnico nominato dalla procura è tuttavia riuscito a recuperare le immagini relative ai due giorni e la loro visione, mettono nero su bianco i procuratori Luigi Cannavale e Patrizia Imperato, è risultata “agghiacciante e cruenta”.

Nei video la furia di moglie e figli

Le riprese hanno infatti riprodotto quanto avvenuto, “sin dalla fase iniziale della lite familiare, sviluppatasi dapprima con l’aggressione di Palmieri da parte della moglie e dei figli anche con l’ausilio di più coltelli e proseguita con l’accoltellamento reiterato della vittima anche quando questi giaceva inerte a terra“.

Il tutto, “sotto lo sguardo sbigottito e attonito di un altro figlio di undici anni“. Ma, scrivono ancora i due procuratori in una nota congiunta, “la vis omicida non cessava neanche dopo il decesso di Palmieri, poichè le immagini hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba” dell’uomo, poi infilato in un sacco di plastica “per l’occultamento in un luogo non ancora individuato”.

Corpo poi recuperato proprio poche ore fa, come detto, nel dirupo in località Curticelle di Giffoni Valle Piana.

 

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