Un contesto di violenze domestiche che generò anche una denuncia per maltrattamenti della moglie nei confronti del marito, poi ritirata.

Potrebbe essere questa la cornice nella quale è avvenuto l’omicidio di Ciro Palmieri, il panettiere di 43 anni massacrato, secondo l’accusa, dalla moglie Monica Milite, dal figlio Massimiliano e da un altro figlio di 15 anni, nell’abitazione familiare di via Marano a Giffoni Valle Piana, nel salernitano; un delitto avvenuto il 29 luglio scorso ma scoperto solo pochi giorni fa, visto che la Milite, la sera del 30 luglio, si presentò ai Carabinieri per denunciare la scomparsa del marito, tanto che se n’è occupò anche “Chi l’ha visto?

Le indagini sono partite dalla denuncia presentata dalla moglie di Palmieri che, il 30 luglio scorso, sostenne che il marito non era rientrato a casa. Secondo quanto dichiarato ai militari, Palmieri avrebbe chiesto alla Milite di preparargli degli indumenti per il lavoro. Poi sarebbe uscito senza più tornare. I vestiti dell’uomo, ha sostenuto la consorte, sarebbero stati ritrovati all’interno di una busta abbandonata accanto al cancello della casa familiare, dove erano rimasti anche i documenti e il cellulare dell’uomo. Una versione che non ha convinto i militari della compagnia di Battipaglia, diretti dal capitano Graziano Maddalena, che hanno concentrato le indagini su alcune incongruenze rilevate nel racconto delle persone ascoltate all’indomani della sparizione del capofamiglia.

Dalle ulteriori indagini dei carabinieri è poi emerso che sette anni fa Monica Milite denunciò per maltrattamenti il marito, ma poi avrebbe ritrattato quelle accuse. Della vicenda ha parlato Luigi Palmieri, fratello di Ciro. “Monica mi diceva: se n’è andato, non è tornato, sono venuti a prenderlo delle persone di un brutto giro. Penso che il mostro non sia mio fratello“.

Secondo quanto accertato, la Milite, al culmine di una lite familiare, colpì l’uomo con diverse coltellate, aiutata anche dai due figli; i tre gli amputarono quindi una gamba, probabilmente per trasportare ed occultare meglio il cadavere, poi nel corso della notte abbandonarono i resti in un dirupo lungo la provinciale tra Giffoni Valle Piana e Serino. Al delitto ha assistito anche il più piccolo dei figli, di 11 anni, affidato ai servizi sociali, mentre è rientrato a Giffoni il primogenito, che lavora al Nord. Il figlio 11enne della coppia potrebbe presto essere affidato ai servizi sociali.

I tre presunti responsabili sono sempre sottoposti a fermo per ordine della Procura di Salerno, e verranno presto ascoltati dal Gip; a loro carico ci sono pesanti prove, come le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate a casa da Palmieri, che hanno ripreso tutte le agghiaccianti fasi del delitto. Bisognerà chiarire se quanto accaduto il 29 luglio scorso sia maturato in un clima di violenza che sarebbe esistito in quella casa, oppure se si sia trattato di un folle impeto, ma, per gli inquirenti, l’omicidio appare un’azione coordinata di tre persone dello stesso nucleo familiare.

Oggi intanto i carabinieri hanno recuperato i tre coltelli utilizzati per l’omicidio, che erano stati sotterrati in un giardino poco distante dall’abitazione.

 

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