Coppa Italia: tra Savoia e Sant’Antonio Abate finisce 1-1

La rete del pari la realizzava Orlando Aquino che, approfittando di un pasticcio della difesa avversaria, depositava in rete il cadeau che vale un punto prezioso e tanto morale

In campo il Savoia di mister Barbera ed il Sant’Antonio Abate di mister Criscuolo. Indisponibile lo stadio Giraud per i noti problemi al manto erboso, la gara si è disputata al Paudice di San Giorgio a Cremano. Buona la rappresentanza dei tifosi savoiardi accorsi in circa 300 a sostegno dei propri colori. Presenti anche 50 tifosi provenienti da Sant’Antonio Abate.

Il tecnico oplontino, in previsione del match di domenica prossima contro il Real Forio, ha scelto di dosare le forze ed ha attuato un ampio turnover sostituendo ben cinque undicesimi della formazione vittoriosa nel match contro l’Ercolanese. Lo schieramento è stato il consueto 4-3-3 dal quale sono stati esclusi Gargalini, Conti, Cuomo, Barbato e Scarpa; a specchio il Sant’Antonio che ha potuto schierare i suoi effettivi migliori avendo riposato nella prima giornata di coppa.

Si è giocato alle sedici, salvo un ritardo di circa quindici minuti dovuto alla sistemazione delle reti dell’impianto sangiorgese, ed il gran caldo l’ha fatta da padrone. I ritmi di gioco sono stati molto bassi e nessuna delle due formazioni è riuscita ad imbastire trame degne di nota, limitandosi a controllare il gioco degli avversari.

In particolare la manovra del Savoia è apparsa fortemente compromessa dalla mancanza contemporanea di Barbato e Scarpa che nello scorso match erano risultati i migliori facitor  di gioco della squadra oplontina. Ad aggravare la situazione provvedeva l’astuta mossa del trainer Criscuolo che schermava costantemente l’unico avversario raziocinante della formazione avversaria ovvero De Cristofaro.

La logica conseguenza delle scelte operate dai due allenatori è stato un gioco noioso, prevedibile e frammentario con una gran quantità di errori tecnici e di passaggi in orizzontale che poco hanno favorito lo spettacolo. Il primo tempo ha lasciato desolatamente in bianco il taccuino dei cronisti ad accezione di qualche tentativo dalla distanza operato più per dare sfogo alla manovra che con la reale convinzione di far male all’avversario.

La ripresa, pur insoddisfacente dal punto di vista tecnico ed atletico, ha riservato qualche emozione in più, a cominciare dal vantaggio ospite scaturito da azione di calcio d’angolo nel quale la difesa oplontina ha provato con successo il gioco delle belle statuine, cosicché Girardi è stato lesto ad insaccare alle spalle di Landi.

A questo punto mister Barbera si è reso conto che la propria squadra necessitava con urgenza di una iniezione di qualità e personalità ed ha inserito Scarpa e Barbato in luogo di Saveriano, in assoluto ritardo di condizione, e di La Ferrara, decisamente avulso dalla manovra.

La doppia sostituzione non sembrava dare gli esiti sperati in quanto la squadra savoiarda, se da un lato meglio disposta al gioco manovrato, si piegava sulle gambe appesantite dalle scorie del match di tre giorni fa. Anche i successivi tentativi di inserire forze fresche non producevano risultati apprezzabili ed anzi erano i calciatori ospiti a sfiorare a più riprese il raddoppio, sempre negato da Marione Landi con interventi decisivi su Rizzo, Sorriso e Longobardi, che tenevano il Savoia aggrappato al match.

Le squadre, stremate dalla calura, si allungavano in campo e si perdevano le distanze tra i reparti. Avvantaggiata dalla situazione era ovviamente la squadra ospite che non aveva l’affanno di segnare. Infaticabile Ciccio Scarpa cercava di fare da collante tra centrocampo ed attacco provando a trarre dal suo ampio repertorio la giocata utile ad agguantare il pareggio.

Purtroppo per i bianchi la scarsa attitudine offensiva degli esterni di difesa consentiva solo iniziative per le vie centrali, presto neutralizzate dal muro difensivo avversario, oppure azioni svolte con i soli centrocampisti che, prive del naturale sbocco sulle fasce, risultavano parimenti vane.

Eppure, anche in una giornata decisamente negativa, il Savoia ha una qualità evidente che è quella di saper soffrire e di non mollare la presa sulla gara. Su uno dei numerosi corner, accumulati quasi come consolatorio pegno di uno sterile assedio, giungeva la rete del pari. La realizzava Orlando Aquino che, approfittando di un pasticcio della difesa avversaria, depositava in rete il cadeau che vale un punto prezioso per il cammino in coppa e dà morale per la trasferta di domenica ad Ischia.

Il Savoia di oggi segna un netto passo indietro rispetto alla gara vinta contro un avversario di ottimo spessore come l’Ercolanese. Certo il caldo e gli impegni ravvicinati potrebbero essere una valida giustificazione per l’evidente regresso, ma appare abbastanza chiaro che la qualità delle seconde linee non è all’altezza di quella dei titolari. La manovra è priva di sbocchi sulle fasce che consentano di aggirare le difese dell’avversario anche perché i terzini non paiono avere nelle corde il sostegno alla manovra offensiva e restano molto bassi. In situazioni del genere anche gli esterni d’attacco, privi di un appoggio laterale, diventano estremamente prevedibili perché devono cercare il dribbling contro la difesa schierata o appoggiare all’indietro.

Naturalmente con Scarpa e Barbato in campo la musica cambia, ma in un campionato lungo e duro come quello che si prospetta è evidente che non si possa immaginare che il capitano faccia la differenza sempre e comunque. Gli avversari raddoppiano e triplicano le marcature quando gli elementi di qualità che si trovano ad affrontare sono pochi, per cui è necessario trovare delle alternative di qualità che consentano di dare riposo ai titolari e possano essere frecce all’arco dell’allenatore a gara in corso per cambiare assetto tattico.

Salvatore Curcio

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