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Le offese al sindaco ledono l’immagine di Pompei. La giunta vota “Sì alla querela”

Offese al sindaco su Facebook, la giunta: “Sì alla querela“. E’ destinata a far discutere, perchè attinente alla sempre delicata sfera circa l’auspicato equilibrio degli interessi tra il lecito esercizio del diritto di critica e, al contrario, la diffamazione gratuita oltre che aggravata dall’uso dei social, l’ultima delibera votata all’unanimità, lo scorso 2 settembre, dalla giunta comunale di Pompei.

L’intervista “incriminata”

Nel mirino del sindaco Carmine Lo Sapio e dei suoi assessori sarebbe finita – il condizionale è d’obbligo – un’intervista pubblicata da una web Tv cittadina di ultimissima generazione. L’intervista “incriminata” avrebbe avuto come principale attore uno dei principali leader dell’opposizione politica che a sua volta – era lo scorso luglio – avrebbe duramente criticato, in generale e nel complesso, la recente strategia anti-movida messa in campo dell’Amministrazione.

Diffamato il sindaco e quindi offesa l’immagine di Pompei

L’intervista – in seguito “rilanciata” su una pagina Facebook molto seguita dai cittadini – avrebbe poi dato il via a una serie di “commenti nei quali veniva diffamato il primo cittadino del Comune di Pompei, Carmine Lo Sapio, e di conseguenza veniva offesa l’immagine e il nome dell’intera Città di Pompei“. Da qui, infine, lo stesso sindaco ha chiesto alla giunta di approvare la “proposizione di un giudizio in sede civile e penale” a tutela dell’immagine della città.

Secondo il sindaco e la sua squadra di assessori, infatti, sussisterebbero gli estremi per una querela per diffamazione. Davanti ai giudici gli avvocati del Comune chiederanno in primo luogo il risarcimento del danno non patrimoniale.

Chi a favore e chi contro, ma non è il primo caso in Italia

“E’ una delibera bavaglio” dichiarano alcuni cittadini, “si tratta di un’azione giusta. Pompei va difesa in tutti i modi” commentano invece altri. Il provvedimento, insomma, è davvero destinato a dividere e far discutere così come in altri Comuni italiani. Dove sindaco e assessori hanno già vinto analoghe cause. Fra le ultime, solo in ordine di tempo, c’è la “vittoria” del sindaco di Pesaro nonchè coordinatore del Pd, Matteo Ricci, contro un 50enne: condannato infine dal giudice a 800 euro di multa e a 3.000 euro di risarcimento danni per aver dato del “codardo” al primo cittadino Dem durante la prima ondata pandemica da Covid e poi ”accusandolo” di avere sottovalutato il pericolo.

Salvatore Piro 

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