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Champions League, Napoli is back: gli azzurri ripartono contro il Liverpool

“L’attesa è finita, si comincia!”, direbbe il maestro Sandro Piccinini. L’attesa è finita davvero: dopo due anni di purgatorio in Europa League, il Napoli torna a giocare la Champions, torna nell’Europa che conta, torna nell’olimpo del calcio, torna fra le 32 migliori squadre del continente.

E si parte come meglio non si poteva: si gioca al tempio Diego Armando Maradona, che per la prima volta dalla sua denominazione accoglierà le note dell’inno della Champions League, che senza ombra di dubbio terminerà con un imponente urlo da parte dei cinquantamila presenti stasera.

Maradona sold out per la prima Champions, poi mettici che si gioca con un certo Liverpool: è di certo la squadra più tosta del girone A, ma il Napoli ha comunque delle importanti chance di portarsi a casa la vittoria o anche solo un punto.

Gli azzurri potranno contare principalmente su una spinta feroce da parte del pubblico, sul morale che si è risollevato dopo la vittoria contro la Lazio, su un Kvaratskhelia “on fire” e su un gioco frizzante, divertente, spettacolare.

L’unica nota che poteva suonare stonata di questa grande attesa è l’infortunio di Osimhen, che dopo la partita contro la Lazio ha accusato un risentimento all’adduttore sinistro: il nigeriano ha svolto lavoro personalizzato nei precedenti giorni. Oggi l’attaccante azzurro si è allenato in gruppo, è stato convocato e punta ad una maglia da titolare. In caso di partenza dalla panchina, largo a Raspadori in qualità di falso nove. Si procede comunque con ottimismo, tuttavia lo staff di Spalletti ha intenzione di cautelarsi al massimo, visti i tanti impegni che attendono il Napoli.

Sarà una partita difficilissima per il Napoli su tutti i piani: sul piano tattico, si sa, il Liverpool è una squadra che pressa alto per eccellenza per tutti i 90 minuti senza mai stancarsi. Klopp fa diventare cyborg i suoi giocatori e il Napoli dovrà esprimere un calcio veloce, con passaggi rapidi per scardinare il pressing dei Reds. E poi contro le squadre britanniche se ne va via parecchio fiato, specialmente sui contropiedi, asso nella manica che Klopp può sfoderare da un momento all’altro sulla fascia sinistra, grazie alla velocità del treno Salah. In ogni caso, c’è da ricordare che gli inglesi al Maradona non hanno mai vinto…

Il Napoli si presenterà al cospetto di Klopp con il solito 4-3-3, modulo che ha fruttato e non poco nelle prime di Serie A: tutti titolari, a partire da Meret, con la solita retroguardia Di Lorenzo-Kim-Rrahmani-Mario Rui. Confermatissima la linea di centrocampo con Lobotka, Anguissa e Zielinski. In attacco Kvarataskhelia insieme a Politano, preferito a Lozano, reduce dal trauma cranico rimediato contro la Lazio, e probabilmente Osimhen. In caso contrario potrebbe esserci anche spazio per Simeone per la sua eventuale prima partita da titolare.

Solito 4-3-3 anche per Klopp, che fra i pali schiera Alisson, in difesa attenzione ad Alexander-Arnold e Van Dijk, insieme a Matip (in ballottaggio con Gomez) e Robertson. A centrocampo tegola Henderson, al suo posto Elliott insieme a Fabinho e il veterano Milner. In attacco Salah, Luìs Diaz e Nunez, il quale non è però in forma. Ma questo Liverpool, aldilà di assenze, è una squadra totale. Il Napoli è avvisato, così come i Reds. Non resta che augurare buona Champions al Napoli.

Giuseppe Garofalo

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