clan minaccia sindaco sant'antonio abate

“Ho fatto visita alla famiglia di un’adolescente del nostro territorio, purtroppo al centro della cronaca per esser stata vittima di percosse e di intimidazioni, un grave atto di bullismo esercitato da coetanee a lei sconosciute. Una provocazione inesistente, la volontà di giovani bulle di sottomettere al proprio dominio un altro individuo, ha scaturito addirittura l’intenzione di ferirla. E’ doloroso”. Così il sindaco di Sant’Antonio Abate Ilaria Abagnale che ieri mattina si è recata in visita dalla 13enne vittima di violenza nel centro cittadino.

La giovane, infatti, sarebbe stata insultata e picchiata da alcune coetanee nei giorni scorsi. L’aggressione sarebbe addirittura stata filmata con uno smartphone. Le responsabili sarebbero già state individuate ma si tratterebbe di minorenni non imputabili. Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di Sant’Antonio Abate insieme ai pm della Procura della Repubblica per i Minorenni di Napoli.

Ragazzina picchiata in strada a Sant’Antonio Abate, il sindaco: “Grave atto di bullismo, attivati i servizi sociali”

“Ho visto negli occhi della ragazza tanto dispiacere, – ha continuato il sindaco – in quelli dei genitori tanta comprensione e volontà di protezione da eventuali conseguenze fisiche e psicologiche. Abbiamo attivato i servizi sociali per offrire alla famiglia un sostegno e un supporto completo. Le procedure del caso sono state immediatamente attivate e per la prossima settimana tutte le parti in causa, di questa brutta vicenda, saranno convocate presso il nostro Centro per la Famiglia, per essere ascoltate da professionisti e scegliere il percorso da seguire, soprattutto per il recupero delle ragazze che hanno esercitato gli atti di prepotenza.

Questa è un’età che si dovrebbe accogliere a braccia aperte, in cui si dovrebbero accumulare esperienze. Leggevo di quanto sia dolorosa la sensazione che il mondo sia incontrollabile, che vi siano delle minacce che eccedono di molto le loro risorse, che nei ragazzi di oggi vi sia qualcosa che li rende oggetti di scherno o di beffa o che hanno poco o nessun valore per gli altri ragazzi e ragazze della loro età. Da genitore, da madre e da Sindaco mi reca tanto dispiacere”.

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