Sono 133 i bed & breakfast ufficialmente censiti al 2022 dall’ufficio Suap del Comune di Pompei. Un numero impressionante, oltre che in continua ascesa, soprattutto in periferia, che determina però l’inevitabile declino di vecchi alberghi e storici hotel anche a 4 Stelle, ormai finiti anch’essi in crisi a causa della drammatica “onda lunga” causata dalla pandemia da Covid-19. Sono appena 28 gli alberghi oggi rimasti aperti tra mille difficoltà, rincari e bollette pazze per luce e gas, all’ombra degli Scavi o alle spalle del Santuario.
Il Focus
Trentasei affittacamere; 28 alberghi; 133 Bed and Breakfast; 3 Campeggi; 75 Case Vacanze; 1 Ostello per la Gioventù. Il totale delle strutture ricettive conosciute oggi al Suap (il servizio comunale che dovrebbe controllare la regolarità delle strutture alberghiere ed extralberghiere nella città di Pompei per promuovere i controlli e garantire la corretta governance del fenomeno dell’aumento del turismo) è presto fatto: 276 immobili a vocazione e finalità imprenditoriale prettamente di accoglienza turistica.
L’altro lato della medaglia
I dati ufficiali svelano però pure l’illecito risvolto della medaglia. Anche a Pompei, così come nel resto d’Italia, il settore è “invaso” da imprese di facciata, irregolari, semplici non censiti oppure abusivi. Sarebbero infatti 294, e non le ufficiali 276, le strutture ricettive attualmente presenti sul territorio comunale. Il dato maggiore relativo alla cosiddetta “shadow economy” – l’economia ombra che inquina l’intero mercato, più volte denunciata dalle associazioni di categoria, prima fra tutte Federalberghi ndr – si apprende facendo un semplice click su Google e Internet.
Il principale portale di ricerca specializzato, TripAdvisor, offre oltre 250 strutture anche a prezzi modici. Secondo un altro portale, Booking.com, a Pompei ci sarebbero 158 bed &breakfast (25 sarebbero quindi non censiti) e 294 strutture ricettive complessive. I prezzi variano dai 40 fino ai 216 euro per una camera a notte per due persone.
Il boom dei B&b a via Nolana
Nove strutture ricettive già avviate, un’altra si aprirà a breve. Il vero e proprio boom di b&b e di affittacamere è alla periferia, in via Nolana. Dove però gli imprenditori “regolari” restano sul piede di guerra. Proprio qui, a via Nolana, il progetto Eav da 67 milioni di euro prevede la realizzazione di uno tra i 4 sottopassi definiti come una “trappola per topi a causa delle fognature inesistenti nella zona” dagli stessi imprenditori. “Il sindaco Carmine Lo Sapio – ha detto Maria Luisa Formisano, titolare del b&b “Donna Marisa” e portavoce della protesta – ha annunciato l’avvio dei lavori per il progetto. Finora, il sindaco ha parlato solo alla stampa. Gli imprenditori stano invece ancora aspettando una comunicazione ufficiale sulle date di inizio e di fine lavori”.
Fu sempre Formisano, nel 2021, a denunciare ai carabinieri di Pompei i problemi di sicurezza per l’attraversamento pedonale dei turisti ospiti delle strutture. “La segnaletica stradale non esiste. Mancano anche le strisce pedonali. Per questo motivo, denunciai l’assenza di interesse del Comune di Pompei presso il comando dei carabinieri”. L’altro antico problema sottolineato dalle imprese del turismo è “l’intasamento delle fognature: i tombini, a via Nolana, sono completamente ostruiti dopo dieci minuti di pioggia”.
Salvatore Piro