Il centro antico della città di Castellammare di Stabia si sta sgretolando. Le proteste dei residenti e i nuovi allarmi dei giorni scorsi hanno basi storiche che andrebbero approfondite. Ad essere in pericolo quasi cento case per le quali sono state emesse ordinanze di ripristino dello stato dei luoghi o di messa in sicurezza, tutte rimaste inevase ed alcune risalgono addirittura al periodo immediatamente successivo al terribile terremoto del novembre 1980.
Perché il centro antico della città di Castellammare di Stabia si sta sgretolando
Una delle cause principali che determinano il rischio di crollo è l’indifferenza dei proprietari dei palazzi interessati e degli amministratori dei condomini e, nel frattempo, gli antichi stabili cadono pezzo dopo pezzo mettendo in serio pericolo i passanti. Una situazione che con l’autunno alle porte potrebbe ulteriormente aggravarsi, dal momento che in caso di piogge e maltempo il rischio crolli cresce ulteriormente. Da qui la richiesta di aiuto da parte dei residenti.
Nei giorni scorsi un nuovo crollo ha distrutto un’automobile parcheggiata in strada. Miracolosamente illeso un residente del posto, che pochi attimi prima era passato nella piazzetta del Caporivo, oggetto del crollo. Da un palazzo pericolante si sono staccati massi e calcinacci, finiti su un’autovettura che era stata parcheggiata dove il Comune aveva già vietato la sosta.
L’allarme a Caporivo
Tutto ciò, proprio per il rischio determinato dagli edifici pericolanti. Un provvedimento, quello dei commissari prefettizi, scattato lo scorso Ferragosto, quando sempre nella piazzetta Caporivo si verificò il crollo parziale di un’ala di un edificio pericolante. Si tratta di una delle tante palazzine danneggiate dal terremoto del 1980 e non ancora messe in sicurezza dai proprietari.
“Ci sentiamo abbandonati al nostro destino. – afferma un’anziana del Caporivo – Quello della scorsa notte è soltanto l’ennesimo crollo di una lunga serie, nessuno interviene concretamente e non vorremmo che debba scapparci il morto prima di far assumere provvedimenti risolutivi da parte degli enti preposti”.