“Con la crisi climatica non si scherza, si può anche morire, servono interventi non più rimandabili. Secondo i dati del report del Sistema HHWW e della sorveglianza della mortalità associata alle ondate di calore (fonte Ministero della Salute) elaborati da Legambiente aggiornato al 15 agosto, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità nella città di Napoli è stato del 26% ed ha interessato tutte le classi con età superiore a 65 anni”.
È quanto denuncia Legambiente, alla vigilia dello sciopero globale per il clima che si svolgerà domani a Napoli e in tante piazze d’Italia a cui parteciperà con i suoi circoli e con i giovani del progetto #Youth4planet. “Per la città di Napoli sono state evidenziate 6 giornate da bollino rosso caldo intenso e 10 da bollino giallo con una temperatura superiore alla media di periodo di circa 2.5°C.
Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore all’atteso con un +19% per la città di Napoli, con ben 11 giornate da bollino giallo”, si sottolinea in una nota.
“Non c’è più tempo da perdere – dice Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente – le estati torride potrebbero essere sempre più frequenti nei prossimi anni come ci raccontano gli scienziati. Le ondate di caldo possono essere mortali, soprattutto per le persone più vulnerabili come neonati, anziani e soggetti con malattie croniche. Servono da subito strategie politiche coerenti per combattere il climate change a partire dall’aggiornare e approvare entro fine anno il piano nazionale di adattamento alla crisi climatica, in stand by dal 2018, praticare serie politiche territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico, con una legge nazionale contro il consumo di suolo e interventi di delocalizzazione”.
Stando ai dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima curato da Legambiente in Campania nel 2022 (dati parziali) sono stati registrati 8 eventi estremi di cui 3 tra Salerno e provincia, 2 nella provincia di Napoli, 1 nella provincia di Avellino, 1 in quella di Benevento e 1 in quella di Caserta. Di questi 6 legati a fenomeni di precipitazione intensa e due, invece, dovuti al forte vento.