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“I grandi cartelli camorristici, che controllano larga parte delle attività illecite, oggi coincidono con vere e proprie costellazioni di imprese”: questo uno dei principali allarmi svelati per i territori di Pompei e Castellammare di Stabia dall’ultima relazione semestrale firmata dalla Direzione Investigativa Antimafia.

“La capacità di generare ingenti profitti – ha del resto sottolineato il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo – anche attraverso attività a basso rischio giudiziario ha trasformato i principali cartelli camorristici in vere e proprie holding imprenditoriali supportate da sistemi fondati su legami personali molto spesso parentali e connivenze in ampi settori dell’imprenditoria e nella pubblica amministrazione”.

L’Antimafia: ecco la mappa del crimine a Pompei e la Nuova Camorra Stabiese

Il clan egemone qui resta quello dei Cesarano che, al contrario, nell’area nord di Castellammare di Stabia è “oggetto di una deriva che ha favorito la formazione di una nuova compagine” criminale che avrebbe cercato di conquistare l’area nord della città delle Acque “attraverso una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della zona“. Tornando però a tratteggiare le caratteristiche della camorra operante nella città mariana, i Cesarano avrebbero continuato (anche nel secondo semestre del 2021 ndr) a effettuare consistenti investimenti oltre che nel settore florovivaistico e in quello delle onoranze funebri.

E tutto grazie all’appoggio di altre associazioni malavitose come i Mallardo e il gruppo salernitano dei Pecoraro-Renna. Se il patto stretto con il clan del salernitano – da sempre attivo nel settore del racket imposto al mercato dei fiori di Pompei – era noto sin dal 2019 la novità allarmistica è fornita dalla nuova e presunta “Santa Alleanza” stretta dal clan Cesarano di Ponte Persica con i Mallardo di Giugliano in Campania: il feroce sodalizio nato a cavallo tra gli anni settanta e ottanta per opera del capoclan Francesco Mallardo. Il 29 aprile 2020, le forze dell’ordine hanno eseguito un sequestro per 50 milioni di euro a carico di Carmine Maisto, ritenuto legato al clan.

Pompei, l’Antimafia: il provvedimento contro il clan Mallardo

Il provvedimento riguardò complessivamente 112 immobili, 15 società, numerosi conti correnti, 4 automobili di lusso, 2 scuderie ippiche, orologi di pregio e altri beni di valore. Maisto sarebbe considerato dagli inquirenti alla stregua di un tesoriere dei Mallardo. A giudizio della Dia il clan Cesarano – malgrado ridimensionato da inchieste ed ultimi arresti eccellenti – deterrebbe ancora oggi “il controllo criminale del territorio e delle attività illecite” nella città di Pompei con mire espansionistiche mai seppellite per ottenere il monopolio nel controllo del mercato delle “slot-machine” e del racket pure nella vicina Scafati.

Scrive infatti la Dia: “Le indagini concentrate sulla nascita e l’ascesa del clan Buonocore-Matrone ne hanno documentato le attività e i settori di maggiore interesse tra i quali il traffico di armi, il controllo delle slot-machine e le estorsioni, nonché lo scontro violento con i clan Cesarano e Loreto-Ridosso originario della stessa zona”.

La Nuova Camorra Stabiese

A Castellammare di Stabia, se possibile, lo scenario è ancora più drammatico. Come si legge nella Relazione del Ministro dell’Interno – relativa al recente scioglimento del consiglio comunale a seguito di presunti condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali – “i lavori svolti dalla commissione d’accesso hanno preso preliminarmente in esame, oltre all’intero andamento gestionale dell’amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l’ente.

È stato poi fatto particolare riferimento ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, che hanno evidenziato come l’uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi“. A “comandare” in città è sempre il clan D’Alessandro con base a Scanzano.

Le estorsioni, la droga e i gruppi satelliti

“Il sodalizio criminale – si legge nell’ultima Semestrale Dia – rappresenta ancora oggi una potente e strutturata consorteria criminale operativa nell’approvvigionamento e vendita di sostanze stupefacenti e nelle estorsioni a esercizi commerciali e imprese locali”. Il clan avrebbe inoltre acquisito la gestione monopolistica del settore delle onoranze funebri, del trasporto degli infermi e della fornitura all’ingrosso di prodotti ittici.

Ciò ha trovato riscontro nella vasta indagine conclusa dai carabinieri il 4 dicembre 2021 con l’esecuzione di un sequestro preventivo che ha riguardato società impegnate nella gestione delle ambulanze e nel commercio ittico: tutte, secondo l’accusa, intestate a semplici prestanome. In città operano anche dei gruppi “satelliti” come i Di Somma, Vitale e Imparato “quest’ultimo collegato ai D’Alessandro” pur conservando una propria autonomia nella gestione della vendita di droga al rione Savorito.

Salvatore Piro

(Foto di Rahul Singh da Pixabay)

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