Napoli balla il tango ad Amsterdam e disintegra l’Ajax 1-6!

Il Napoli straripa in terra olandese: azzurri incontenibili, qualificazione agli ottavi di finale ad un passo

Un Napoli per cui si fa fatica a trovare aggettivi migliori di bello, straripante, dominante, incontenibile, divertente, propositivo, spumeggiante, veloce, emozionante, coinvolgente, entusiasmante, esaltante e chi più ne ha più ne metta.

Un Napoli veramente fuori controllo questa sera alla Johan Cruijff Arena polverizza il malcapitato Ajax con un sonorissimo 1-6, in una delle partite che si prospettava fra le più difficili della stagione e che invece ha aperto la strada al Napoli ad un divertimento assoluto.

Gli azzurri comandano il girone A più che meritatamente, dove ad inseguire ora c’è il Liverpool, vittorioso contro i Rangers. Fra otto giorni il verdetto: in caso di vittoria al Maradona gli azzurri sarebbero matematicamente agli ottavi di finale.

E la partita si stava addirittura indirizzando sulla via sbagliata per i ragazzi di Spalletti, che dopo primi minuti di difficoltà subiscono un gran gol dall’Ajax, con la deviazione di Kudus sotto porta che poco cambia rispetto al tiro di Taylor.

Napoli che però non si lascia sopraffare dall’entusiasmo dei lancieri e poco dopo riprende in mano le redini del match, prima iniziando a rodare un gioco che da quel momento in poi darà i tormenti a Tadic e compagni e trovando poi un gran gol: a siglarlo è Raspadori, che mette un altro sigillo nell’Europa che conta. Gran colpo di testa del numero 81 su cross di Olivera, palla alle spalle di Pasveer, che vede il preludio di una serata da incubi.

Il gol di Raspadori è solo un assaggio dell’andazzo del match fino al novantesimo: a darne prova è soprattutto il gioco del Napoli, che ormai già si diverte in mezzo al campo, dialoga, organizza, crea e finalizza.

Tant’è che il gol che completa la rimonta non tarda ad arrivare, anche stavolta per vie aeree: segna Giovanni Di Lorenzo, a cui mancava solo una rete per coronare l’inizio di una grande stagione da parte sua. Il capitano conclude uno schema da calcio d’angolo svettando più in alto di tutti. La palla è imprendibile.

Ma è solo l’inizio, con gli azzurri che premono sempre più forte sull’acceleratore e iniziano a macinare possesso palla, di fronte ad un Ajax che perde colpi a vista d’occhio, minuto dopo minuto, guadagnandosi già i fischi dei più attenti osservatori.

Verso la fine del primo tempo gli azzurri hanno modo di allungare il proprio vantaggio e andare negli spogliatoi con più sicurezza: l’autore dell’1-3 è Zielinski, che sfrutta una palla deliziosa, regalatagli da un incontenibile Anguissa, e non si fa ripetere due volte che deve bucare le mani di Pasveer. Detto, fatto, e il Napoli dilaga già nel primo tempo.

Un 3-1, certo, ma c’è da dire che per “dilagare” non si intende il solo segnare, ma anche il creare gioco e divertirsi, cosa che, tralasciando i primi minuti, al Napoli non è certo mancata. Ricordiamoci inoltre che in una partita tattica, in uno stadio così, tutto è più difficile.

Ma gli azzurri invece fanno sembrare tutto facile: e allora ecco che ad un minuto e mezzo dall’inizio della ripresa Raspadori fa doppietta. Anguissa la mette sul piano fisico e recupera la palla, apparecchiando la tavola per Jack, che dal limite dell’area apre il destro e di precisione cala il poker.

L’Ajax, dopo il tracollo clamoroso, prova a reagire, o quantomeno prova a rendere meno drastico il passivo, invano. Qualche azione vagamente pericolosa è l’unico spunto da sottolineare di un quarto d’ora scialbo da parte dei biancorossi, prima che poi il Napoli ricominci a mettere in moto la giostra.

Quinto giro dell’ottovolante: il guidatore stavolta è nientemeno che Khvicha Kvaratskhelia. Il georgiano, dopo aver rimediato una botta non da poco, triangola alla perfezione con Raspadori e infila la palla in buca d’angolo. Primo centro nella coppa dalle grandi orecchie per Kvara-gol.

E’ un Ajax ormai arrendevole quello che gioca per la restante mezz’ora: un atteggiamento neanche più aggressivo, eccezion fatta per Tadic, che facendosi espellere per doppia ammonizione mette la ciliegina sulla torta lasciando in dieci i suoi e rendendosi indisponibile per il ritorno al Maradona.

Verso la fine, quando gli spalti della Johan Cruijff Arena sono semivuoti, si iscrive alla festa anche il Cholito Simeone, che raccoglie un tocco di Ndombele e deposita la sfera sotto la traversa.

Non ci sono più parole. L’unica è la parola fine, pronunciata dall’arbitro con il triplice fischio, quella che aspettava Spalletti per fare festa. Niente più parole. Silenzio, parla il Napoli, urla il Napoli, ruggisce il Napoli.

Giuseppe Garofalo

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