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Mandragora scambiata per spinaci: in dieci finiscono in ospedale a Pozzuoli

Fascetti di mandragora venduti per spinaci. Un palese errore umano, dato che la cosiddetta “pianta del diavolo” facilmente potrebbe essere scambiata per une delle verdure più utilizzate nella cucina italiana. Le prime avvisaglie a Pozzuoli dove due distinti nuclei familiari sono finiti al pronto soccorso dopo aver mangiato della verdura velenosa scambiata per spinaci o per bieta.

A sinistra la mandragora e a destra gli spinaci

Il rischio di intossicazione a tavola è ancora concreto e permane in almeno quattro province. In base ai risultati dell’indagine avviata subito dopo i primi ricoveri in ospedale, fascetti di mandragora sono stati commercializzati non solo nell’area flegrea ma in una zona più vasta: nelle province di Napoli, Caserta, Salerno e L’Aquila.

Dieci ricoverati, merce ritirata dal commercio

E’ probabile che la verdura sia stata acquistata nella giornata di ieri, sfusa e non imbustata, in almeno due punti vendita: uno di Quarto e un altro di Monte di Procida. La merce, secondo i primi accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Pozzuoli e del Nas, sarebbe stata comprata all’ingrosso presso il Centro agroalimentare di Volla. I lotti in questione sono stati ritirati in via precauzionale per compiere ulteriori accertamenti.

I dieci intossicati, che hanno dai 12 agli 85 anni, sono stati ricoverati nei reparti di osservazione, medicina di urgenza e terapia intensiva nell’ospedale di Pozzuoli. Nel corso della giornata, il paziente più grave, un 44enne intubato nella notte e ora in condizioni stabili, è stato trasferito nella rianimazione del presidio di Giugliano in Campania, mentre gli altri sono in via di dimissioni.

Sintomi e storia della mandragora

La sintomatologia dell’intossicazione alimentare sarebbe da ricondurre alla mandragora, anche se saranno soltanto gli esami tossicologici ad accertare la natura della verdura. Le persone che sono ricorse alle cure ospedaliere hanno accusato allucinazioni e problemi gastro-intestinali, sintomi che potrebbero essere riconducibili alla pianta già famosa e apprezzata nell’antichità per le sue presunte proprietà magiche.

E’ ritenuta, infatti, l’erba preferita dalle streghe e veniva largamente impiegata nella preparazione di pozioni e unguenti magici di diverso tipo. Già Niccolò Machiavelli, nel Cinquecento, dedicò alla Mandragola una commedia, considerata un classico della drammaturgia italiana.

Alla pianta vengono attribuite caratteristiche afrodisiache e utili per combattere la sterilità, ma è piuttosto temuta poiché altamente tossica e confondibile con altre piante commestibili come spinaci, borragine e alcuni tipi di lattuga.

Indagini dei Carabinieri sul “rischio mandragora”

Gli accertamenti dei carabinieri per risalire alla filiera di commercializzazione di verdura sfusa che probabilmente conteneva mandragola, sospetta origine dell’intossicazione di 10 persone nel Napoletano, continuano, in sinergia con i colleghi del Nas e con personale specializzato delle Asl competenti territorialmente. Si sta percorrendo la catena di distribuzione per rintracciare i lotti verosimilmente a ‘rischio mandragora’. Da quanto accertato finora, alcuni dei lotti sono stati commercializzati da societa’ di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Sa) e Avezzano (Aq). Le Asl territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale ai sensi dell’art. 1.

Il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, ha raccomandato di “evitare di acquistare e consumare verdure sfuse quali spinaci e biete. In attesa dei relativi chiarimenti – ha detto il primo cittadino di Pozzuoli – si raccomanda di evitare di acquistare e consumare verdure simili sfuse. Siamo vicini ai cittadini intossicati e ai loro familiari e seguiamo, insieme alle forze dell’ordine ed alle autorità sanitarie, l’evolversi della situazione”.

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