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Il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia mantiene la leadership su estorsioni e droga, ma ha assunto anche la gestione monopolistica nel settore delle onoranze funebri, del trasporto degli infermi e della fornitura all’ingrosso di prodotti ittici. E, nello stesso tempo, è riuscito ad aumentare la sua capacità di infiltrarsi negli appalti pubblici.

E’ quanto emerso dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, che ha portato gli inquirenti ad aprire un nuovo fascicolo d’inchiesta sulla malavita di Castellammare e dintorni. I maggiori esponenti del clan D’Alessandro sono attualmente detenuti, ma il sodalizio criminale rappresenta ancora oggi una potente e strutturata consorteria criminale, operativa nell’approvvigionamento e vendita di sostanze stupefacenti e nelle estorsioni ad esercizi commerciali ed imprese locali.

Castellammare, l’Antimafia: ecco i settori monopolizzati dal clan D’Alessandro

Il clan, tra l’altro, avrebbe acquisito la gestione monopolistica del settore delle onoranze funebri, come confermato dalle interdittive antimafia emesse da varie Prefetture, del trasporto degli infermi e della fornitura all’ingrosso di prodotti ittici. La nuova inchiesta ha inoltre evidenziato anche le attività di riciclaggio dei capitali provenienti dalle attività estorsive e dai traffici di stupefacenti, svolte attraverso le ditte sequestrate.

Senza dimenticare il suo interesse anche agli appalti pubblici, che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale lo scorso 24 febbraio. A Castellammare inoltre sono registrati alcuni gruppi satelliti ai D’Alessandro, come i Di Somma, i Vitale e gli Imparato. Diversa pare la questione connessa ai clan di Ponte Persica. La Dia parla infatti di una “deriva del clan Cesarano” che “ha favorito la formazione di una nuova compagine (il clan Polito – Onorato) che avrebbe cercato di conquistare le zone nell’area nord di Castellammare attraverso una serie di estorsioni ai danni di commercianti ed attività imprenditoriali della zona”.

Il traffico e lo spaccio di marijuana

Camorra ancora molto presente anche sui monti Lattari. Nei comuni di Gragnano, Pimonte e Agerola infatti l’organizzazione criminale prevalente è ancora quella dei Di Martino. Una cosca dedita specialmente al traffico e allo spaccio di marijuana, prodotta da coltivazioni impiantate sui terreni dei Lattari.

Quello della coltivazione della cannabis costituisce tra l’altro il principale business del sodalizio, che ha stretto da anni una forte alleanza con il clan D’Alessandro per il relativo smercio. Intanto la Corte di Cassazione ha confermato la confisca di tre appartamenti nei confronti di Francesco Imparato. Si tratta del 63enne fratello del ras Salvatore, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonima cosca attiva al rione Savorito, meglio conosciuta come il clan dei “paglialoni”. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Imparato. Lo Stato così acquisisce tre appartamenti nel rione Privati. L’accusa dell’Antimafia è che le abbia comprate con i soldi guadagnati attraverso il traffico di sostanze stupefacenti nel rione Savorito.

(Foto di Patou Ricard da Pixabay)

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