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Dopo decadenza da parlamentare, per “Giggino” scattati gli arresti domiciliari

A poche ore dalla perdita dell’immunità parlamentare, Luigi Cesaro, 70 anni, ex senatore di Forza Italia è ai domiciliari. Il primo seggio alla Camera nel 1996, rieletto, poi all’Europarlamento, tre anni come presidente alla Provincia di Napoli, non in lista nella recente tornata elettorale, Cesaro era stato coinvolto in diversi procedimenti giudiziari.

Ora l’ordinanza firmata dal gip di Napoli, Maria Luisa Miranda, dopo una inchiesta dei pm della Dda Giuseppina Loreto e Antonella Serio, è diventata efficace e gliela hanno notificata i carabinieri del Ros. Per l’accusa, Cesaro avrebbe siglato un patto con il clan Puca di Sant’Antimo per controllare appalti, in cambio di voti.

Il gip Miranda ha derubricato in corruzione elettorale aggravata il reato contestato dai pm, voto di scambio politico mafioso riferita alle elezioni comunali di Sant’Antimo del 2017. Per la misura cautelare, confermata dal Tribunale del Riesame, il Senato aveva autorizzato l’utilizzo solo di 7 delle conversazioni intercettate dagli investigatori, e la giunta per le immunità, a dicembre scorso, con 12 voti a favore e 7 astenuti, aveva espresso parere negativo all’autorizzazione a procedere, ipotizzando un fumus persecutionis nei confronti dell’indagato.

Non si avvarrà della facoltà di non rispondere rispetto alle accuse che gli sono state notificate. Sarà invece pronto a dire la sua, a “contribuire all’accertamento della verità e fornire tutti i chiarimenti necessari a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli”, così si legge in una nota dei suoi difensori. “Da questo momento – aggiungono i legali – il nostro assistito potrà dedicarsi interamente alla propria vicenda processuale ponendosi completamente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per contribuire all’accertamento della verità e fornire tutti i chiarimenti necessari a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli”.

Entro lunedì 24 ottobre, Cesaro sarà interrogato dal gip Miranda. Il filone principale dell’inchiesta è già a giudizio e vede imputati tre fratelli dell’ex parlamentare, Aniello, Raffaele e Antimo, tutti ancora oggi agli arresti domiciliari.

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