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Assolti dai reati di rapina ed estorsione, vengono condannati a sei mesi di reclusione per lesioni: è la sentenza di primo grado, emessa ieri pomeriggio dai magistrati del Tribunale di Torre Annunziata, nei confronti di Antonio Di Martino (figlio di Leonardo, ritenuto a capo dell’omonima cosca dei Monti Lattari la cui roccaforte è tra Gragnano e Pimonte, già detenuto per altri reati) e il suo luogotenente Michele Inserra.

Pestarono due tossicodipendenti a Gragnano: condannati il boss Antonio Di Martino ed il luogotenente Michele Inserra

I fatti risalgono al 2015, quando i due pregiudicati furono accusati di aver denudato e pestato due tossicodipendenti di Ercolano e San Giorgio a Cremano. I due erano arrivati a Gragnano per comprare della marijuana. Di Martino ed Inserra rinviati a giudizio per le accuse, in concorso, di rapina e tentata estorsione. Reati che sono caduti in sede di processo e così Di Martino e Inserra dovranno scontare soltanto 6 mesi di reclusione per lesioni.

Le vittime con precedenti specifici hanno raccontato di aver scambiato i due rapinatori per carabinieri in borghese ed essersi quindi fermati come ordinato. Le versioni delle parti però sono totalmente diverse. Secondo le ricostruzioni fornite agli avvocati delle vittime, i due avventori sarebbero stati rapinati e denudati dal capoclan e da complice.

“Credevamo fossero carabinieri in borghese”

“Eravamo andati lì per comprare della droga, poi siamo stati bloccati da un’auto con a bordo due persone. Sono scese dall’auto e ci hanno ordinato di fermarci. Credevamo fossero carabinieri in borghese”. Queste le parole dei due “tossici”. Dopodiché i due sarebbero stati fatti denudare e poi pestati con il casco.

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