Resta in carcere Luigi Verdoliva, il 30enne di Sant’Antonio Abate considerato dagli inquirenti un ras emergente dell’area. Verdoliva era finito in manette il 13 ottobre scorso a seguito di un blitz di carabinieri, polizia ed Antimafia: tra le accuse, oltre all’estorsione aggravata dal metodo mafioso, anche le minacce e le intimidazioni al sindaco Ilaria Abagnale. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia durante il quale il 30enne ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Verdoliva è dunque rimasto in silenzio davanti al gip.
Sant’Antonio Abate, minacce al sindaco: resta in carcere il 30enne Luigi Verdoliva
Insieme a lui il 13 ottobre è stato arrestato anche Ludovico Genovese di 19 anni, attualmente agli arresti domiciliari. Verdoliva e Genovese sono destinatari di un’ordinanza di custodia emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Entrambi sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti (in forma tentata) di estorsione e violenza privata, aggravati sotto il profilo della modalità mafiosa. Secondo i pm dell’Antimafia e le forze dell’ordine, infatti, Verdoliva era intenzionato a creare un gruppo criminale in antitesi allo storico clan camorristico dei Fontanella.
Gli episodi contestati
In particolare, gli episodi estorsivi sarebbero stati commessi, tra gennaio e aprile 2022, a Sant’Antonio Abate e Santa Maria La Carità. Nel mirino dei malviventi una ditta incaricata del montaggio e smontaggio delle luminarie natalizie e una ditta di lavorazione di marmi e pietre. Uno degli indagati, inoltre, a febbraio 2022, avrebbe rivolto, per interposta persona, minacce e intimidazioni al sindaco di Sant’Antonio Abate. L’obiettivo era costringerlo a non interferire con le ingerenze della criminalità nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici.