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Castellammare, oltre 3mila domande per il reddito di cittadinanza: scatta l’inchiesta per scovare i “furbetti”

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Oltre 3mila domande per il reddito di cittadinanza: un numero elevatissimo, che ha spinto i militari della guardia di finanza di Castellammare di Stabia ad aprire un’indagine per scovare eventuali “furbetti”. L’elenco dei richiedenti è stato acquisito dalle forze dell’ordine, in attesa di tutti gli accertamenti previsti a norma di legge. I controlli riguarderanno le persone che hanno fatto richiesta del sussidio nell’anno 2022.

Castellammare, oltre 3mila domande per il reddito di cittadinanza: scatta l’inchiesta per scovare i “furbetti”

Al momento sono 1800 i percettori del reddito di cittadinanza a Castellammare. Di questi, soltanto 40 impegnati in progetti di pubblica utilità. Quest’anno però, complice la nuova crisi economica scaturita dagli aumenti di bollette e generi alimentari, la platea dei richiedenti del sussidio statale si è ampliata di almeno 1400 unità. Secondo i dati ufficiali del Comune, infatti, sono 3200 le domande pervenute negli uffici di Palazzo Farnese per ottenere il sussidio anti – povertà.

Un aumento vertiginoso, che ha spinto le forze dell’ordine ad aprire un nuovo fascicolo d’inchiesta per scovare chi (eventualmente) continuerà a percepire i fondi senza averne i requisiti. Del resto, il numero dei nuclei familiari a Castellammare che godono del reddito è tra i più alti della provincia di Napoli. Già in passato, proprio nella città stabiese, sono emerse irregolarità nella distribuzione del sussidio.

A novembre 2021 scoperti esponenti del clan tra i beneficiari

Nel novembre 2021 infatti, tra i beneficiari del reddito di cittadinanza furono scoperti diversi esponenti della criminalità organizzata locale. Persone che hanno anche condanne passate in giudicato ma che, pur di avere il reddito di cittadinanza, avrebbero presentato false autocertificazioni per ottenere il sussidio. Uno dei passi decisivi è costituito proprio dai controlli, che saranno fin da subito approfonditi.

Il primo è di tipo anagrafico: gli ambiti territoriali analizzeranno tutti i documenti di autocertificazione presentati al momento della domanda e attraverso un confronto con i database dei Comuni potranno verificare la veridicità delle informazioni. Si passa poi all’Isee e infine ai controlli sul lavoro nero, compito dell’ispettorato nazionale del lavoro. A questa filiera si aggiunge poi l’attività della guardia di finanza, alla ricerca di pregiudicati che non avrebbero diritto a percepire questa somma mensile garantita dallo Stato e che, adesso, rischiano la revoca del sussidio. Spesso si tratta di soldi tolti a chi veramente ne ha bisogno.

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