“Il carcere di Poggioreale sembra un dormitorio nazista”: la denuncia choc del garante Samuele Ciambriello

Intervenuto a un incontro evento organizzato in città dalle associazioni Pride Vesuvio Rainbow e Libera per discutere di Stato e situazione carceraria, Ciambriello ha esposto statistiche inquietanti sul grave quanto annoso problema relativo al sovraffollamento carcerario

“Il carcere di Poggioreale sembra un dormitorio nazista”. Questa la fortissima denuncia fatta ieri sera, a Torre Annunziata, Comune sciolto lo scorso maggio per camorra, dal garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello. Intervenuto a un incontro evento organizzato in città dalle associazioni Pride Vesuvio Rainbow e Libera per discutere di Stato e situazione carceraria, Ciambriello ha esposto statistiche inquietanti sul grave quanto annoso problema relativo al sovraffollamento carcerario.

“In Campania, ad oggi, ci sono 6.800 detenuti, tra questi ben 1.300 persone sono tossicodipendenti. Il carcere di Poggioreale sembra un dormitorio nazista – ha detto il garante – ma, nonostante ciò, credo che la ricetta non sia quella di costruire nuove carceri, bensì depenalizzare i reati minori. A Poggioreale, più di 150 detenuti sono stati denunciati dai loro stessi genitori: è il fallimento di tutti noi”.

“Il carcere di Poggioreale sembra un dormitorio nazista”: la denuncia choc del garante Samuele Ciambriello

carcere poggioreale denuncia 1In costante aumento sono i risarcimenti a carico dello Stato per ingiuste detenzioni. “Negli ultimi 30 anni – così Ciambriello – ventisettemila persone hanno ricevuto risarcimenti pagati dallo Stato” per una cifra complessiva che ormai sfiora la cifra record di ottocento milioni di euro. Ventiquattro milioni e mezzo di euro è, del resto, quanto pagato solo l’anno scorso dallo Stato per risarcire chi ha subito ingiustamente la carcerazione preventiva. I numeri sono riportati tra le righe della Relazione annuale sulle “Misure cautelari personali e riparazione per ingiusta detenzione – 2021” presentata il 19 maggio scorso dal ministero della Giustizia al Parlamento. Gli oltre 24 milioni del 2021 costituiscono un conto meno salato di quello che era toccato alla casse pubbliche nel 2020, quando l’esborso era arrivato a sfiorare i 37 milioni di euro.

Allarme criminalità a Torre Annunziata

Lo hanno rilanciato ieri, a chiare lettere, Antonello Sannino e Don Ciro Cozzolino, referenti, rispettivamente, delle associazioni “Pride Vesuvio Rainbow Arci” e “Libera” di Torre Annunziata. Un allarme tanto più significativo perchè fatto alla presenza di Claudio Salvia, figlio di Giuseppe, il vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso quarant’anni fa per ordine del boss Raffaele Cutolo, e Antonio Mattone, autore del libro “La vendetta del boss”.

Entrambi ospiti, ieri in città, per l’incontro evento aperto anche alle scuole del territorio e tenutosi presso la sede associativa in via Fusco (vedi video correlato, ndr). “A Torre Annunziata – hanno sottolineato Sannino e Don Ciro – il primo dramma da combattere è quello della dispersione scolastica: la via maestra per finire, un giorno, dietro le sbarre del carcere di Poggioreale“. “L’uno per cento della popolazione residente, in questa città, ha deciso di fare parte dell’anti-Stato” ha proseguito il presidente di “Pride Vesuvio”.

I “numeri” della camorra

Spaventosi, del resto, i dati relativi al “successo” della criminalità organizzata nel Comune oplontino, sciolto per ben due volte negli ultimi 29 anni per infiltrazioni camorristiche: 346 persone condannate in via definitiva per associazione camorristica, 14 cittadini riconosciuti ufficialmente come vittime innocenti, morti ammazzati per mano di una camorra spietata e sanguinaria.E ancora “quaranta beni confiscati, nessuno riassegnato a fini sociali. E’ una vergogna” ha denunciato Antonello Sannino. “Per questo – così invece don Ciro Cozzolino – le nostre associazioni proseguiranno in un lavoro di memoria, impegno, ricostruzione e riscatto della parte sana di questa città”. A concludere l’incontro, l’amara verità del figlio di Giuseppe Salvia: “Nel carcere di Poggioreale, all’epoca in cui ammazzarono mio padre, Raffaele Cutolo creò la sua organizzazione criminale”.

Parere contrario, rispetto alla denuncia choc di Ciambriello, è stato espresso dall’autore del libro “La vendetta del boss”. “La situazione interna al carcere Salvia di Poggioreale è molto migliorata rispetto a 15 anni fa. Sono stati fatti molti passi avanti e, ovviamente, altri dovranno essere compiuti. Purché la politica lo voglia seriamente. Altrimenti, il carcere sarà sempre un luogo difficile per il riscatto”.

Salvatore Piro

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