“Una sentenza storica che rappresenta un passaggio epocale nella difesa del mare”: è il commento dell’associazione “Marevivo” a seguito della sentenza del 28 ottobre del Tribunale di Torre Annunziata per i “datterai” di Castellammare di Stabia e Comuni limitrofi.
Un totale di oltre 66 anni di carcere per 12 persone, accusate di ricettazione ed associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati concernenti la pesca illegale dei datteri di mare. La condotta dei frodatori del mare costituisce il reato di disastro ambientale con condanne fino a 6 anni, avendo potuto gli imputati usufruire di un terzo di sconto della pena per la scelta del rito abbreviato.
Castellammare, datterai condannati. Marevivo: “Sentenza storica per la difesa del mare”
L’associazione Marevivo, riconosciuta dal ministero dell’Ambiente, dal 1985 lavora per la tutela del mare e dell’ambiente, contro l’inquinamento e la pesca illegale, per lo studio della biodiversità, la promozione e valorizzazione delle aree marine protette, l’educazione nelle scuole e nelle università per lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione su tutti i temi legati al Mare.
“Si tratta di sentenze storiche – hanno fatto sapere dall’associazione – che rappresentano un passaggio epocale nella difesa del mare, poco conosciuto rispetto al pianeta terrestre, probabilmente finanche di quello stellare e troppo spesso sfruttato come risorsa economica, senza la piena consapevolezza della casualità della sopravvivenza umana con lo stato di salute del mare.
La costituzione di parte civile di Marevivo
L’associazione continuerà nella sua missione così come da oltre trent’anni laddove nel lontano 1988 chiese un intervento al Ministro della Marina Mercantile che emanò un decreto di proibizione della pesca, poi integrato con la proibizione alla detenzione e all’importazione. In questa continuità si inserisce la costituzione di parte civile di Marevivo nell’ambito dei procedimenti penali avanti al Tribunale di Napoli e di Torre Annunziata sebbene feroci sono stati i tentativi della difesa degli imputati, di estromettere l’associazione dai processi”.