E certamente qualcosa di sconcertante quanto sta accadendo in questi giorni al cimitero che fu di Boscotrecase e che ora è amministrato dal Comune di Trecase. Un’intera ala del cimitero è negata ai tanti che si stanno recando a far visita ai propri defunti in questi giorni in cui “Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero”, come diceva il grande Totò nella sua “‘A Livella“.

Ebbene a Bosco-Trecase, questa “crianza” non è concessa a quanti hanno i propri parenti nelle nicchie subito a sinistra, nel muro perimetrale del camposanto. Una striscia bianca e rossa, di quelle usate dalle forze dell’ordine per delimitare i delitti e una laconica comunicazione affissa alle colonne che reggono il tetto dell’ala in questione, chiariscono che “Per ragioni di sicurezza è inibito l’accesso all’area”.

Il pensiero corre subito a quanto successo appena qualche settimana fa, per la seconda volta, al cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli, e a ben guardare lo stato della muratura e della parte coperta, quello che era stato solo un flash si concretizza immediatamente: ampie parti di intonaco crollato, infiltrazioni e muffa che aggredisce l’intonaco che rimane, non si sa bene come, ancora attaccato.

E vabbè, capita, la manutenzione deve essere periodica e in questo caso sarà capitato proprio in concomitanza di questi giorni tanto sentiti da tutti i cittadini italiani e non solo. Ma ad aguzzare la vista, sia la striscia di plastica che delimita l’area che l’avviso in carta, ma imbustato contro le intemperie, sono chiaramente sbiaditi, il sole e i fenomeni atmosferici hanno evidentemente fatto il proprio lavoro. E allora non è un inconveniente relativo a qualche settimana fa, magari a qualche mese!

“Eeeh, da mo’ che sta così”, ci dice una vecchietta che guarda un’altra persona, la quale  nonostante il divieto si è avvicinata al loculo del proprio caro per porre dei fiori e per pulire la foto. “Dice che il comune non c’ha i soldi per i lavori”, aggiunge la vecchietta.

“Sono due anni che sta così”, ci dice una ragazza in compagnia di una signora più anziana. “Hanno messo l’avviso, hanno declinato le responsabilità e in pratica ci hanno detto che è così. Se entriamo nell’area, e sono in tanti, tutti, che vi entrano, lo facciamo a nostro rischio e pericolo. E così dal palazzo si sono scordati del problema”.

Una situazione assurda e pericolosa. Il “delitto” delimitato dal comune con la classica striscia di sicurezza bianca e rossa, sembra venga ormai reiterato da più di qualche mese, sarebbe il caso di risolvere il “caso”, basterebbe un buon investigatore, magari anche un buon sindaco e un assessore sufficiente.

Ah, dimenticavo. Per alleviare le pene di quanti si sono visti interdetti l’accesso all’area in questione e per ricordare le anime di tutti quei cittadini bosco-trecasesi che dovrebbero rimanere senza un fiore e senza una luce, si è scelto di apporre tra una colonna e l’altra, a mo’ di luminare da festa, fiera popolare, dei grossi cuori che si illuminano di bianco. Nessun commento, quelli li faremo ognuno di noi, in privato.

Gennaro Cirillo

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