Sono passati 14 anni da quando, in quel 31 ottobre 2008, un tale passato alla storia con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto (la cui reale identità non è mai stata nota) lanciò sul mercato globale la prima criptovaluta, il Bitcoin, tramite un messaggio di posta elettronica avente come oggetto “Bitcoin P2P e-cash Paper”.
Una finestra temporale ampia, nel corso della quale si è assistito ad una prima fase in cui le criptovalute erano ritenute roba per pochissimi intenditori; quindi si è arrivati alla cosiddetta popolarità, nel senso che sono divenute argomentazione quasi quotidiana. Il Bitcoin è sempre stata la moneta digitale per eccellenza, quella a maggior capitalizzazione e in grado di toccare picchi non sperati secondo Bitcoin 360 ai.
Nel giugno 2011, Bitcoin ha raggiunto 25.000 indirizzi di portafoglio unici attivi ogni giorno. A febbraio 2015 ne contava 250.000. Il bitcoin si è attestato a poco meno di 600.000 indirizzi giornalieri univoci per la maggior parte del 2017 e aveva 668.000 indirizzi univoci entro la fine di febbraio 2022.
L’andamento attuale
Quattordici anni dopo che Satoshi Nakamoto ha pubblicato il famoso white paper su Bitcoin: da allora si è assistito ad una crescita enorme per arrivare ai gironi attuali, caratterizzati da un primo segno di rallentamento da parte del Bitcoin. Le cause sono molteplici: ad esempio il fatto che gli investitori, che vedono Bitcoin come una sorta di oro digitale e quindi riserva di valore, oltre che i trader al dettaglio, abbiano tirato i remi in barca per il mercato ribassista, contribuendo a un rallentamento complessivo del comparto.
Un mondo molto complesso e volatile per definizione, fattore che rende complicato anche sbilanciarsi in qualsiasi previsione sul Bitcoin e sul suo andamento nei prossimi mesi. Oggi ci si può basare soltanto su supposizioni di vari analisti, alcuni dei quali vedono i mesi finali del 2022 come possibili rampe di lancio per uno sprint finale.
Sul Bitcoin, così come in generale su tutte le valute digitali, pende la spada di Damocle della regolamentazione, un fattore che deve essere necessariamente tenuto in considerazione quando si parla di andamento sui mercati e di ipotesi future. Il mercato delle monete virtuali continua a vivacchiare in una zona d’ombra a metà tra regolamentazione e far west totale.
Anche a livello di Unione Europea il tema della regolamentazione del Bitcoin è in cima alla lista delle cose da fare già da diverso tempo: si parla di operatori di servizi correlati a valute virtuali e operatori che erogano servizi di portafoglio digitale, che ai sensi del D.Lgs. 231/2007, sono qualificati a tutti gli effetti come soggetti obbligati all’applicazione della normativa antiriciclaggio.