Saranno i detenuti del carcere di Secondigliano a preparare la casula che Papa Francesco indosserà per la Giornata mondiale dei Poveri, il 13 novembre. Mercoledì 9 novembre una delegazione – guidata dall’Ispettore Generale dei cappellani don Raffaele Grimaldi, dalla direttrice Giulia Russo, dal cappellano don Giovanni Russo – la consegnerà, in udienza privata, al Pontefice in Vaticano.

La casula, confezionata nel carcere partenopeo, è il frutto del progetto “Albus Sacer”; laboratorio di sartoria, nato all’interno dell’area circondariale e fortemente sostenuto dall’Amministrazione Penitenziaria, che ha fornito di macchine da cucire, materiali e ogni altra attrezzatura i detenuti.

Il percorso “RicuciAMO la vita” allude alla possibilità di creare opportunità lavorative. I detenuti hanno anche ideato una locandina per pubblicizzare i loro prodotti: casule con ricamo diretto, stole, coprileggii e casule per anniversari sacerdotali. Da sfondo l’obiettivo che il laboratorio venga esternalizzato e possa, con il tempo, trasferirsi anche in locali dove i detenuti, una volta scontata la loro pena, trovino la possibilità di realizzare le attività di taglio, cucito, stampa e logistica con l’obiettivo di avviare percorsi di inclusione.

Durante la pandemia i detenuti hanno realizzato nel laboratorio oltre 10mila mascherine distribuite gratuitamente in tutta la città. «Il progetto – spiega la direttrice Giulia Russo – ha radici lontane: nel 2016 l’amministrazione penitenziaria della Campania, autorizzata dal Capo del Dipartimento è riuscita con il progetto Lady B a rendere riutilizzabili divise, cappotti impermeabili e tute di servizio fuori uso: ne è nata una linea con i principi di una economia di riciclo.

Grazie al progetto i detenuti acquisiscono professionalità riconosciuta realizzando la mission educativa e di risocializzazione dell’Amministrazione Penitenziaria»

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