valentino Gionta Torre annunziata

Per la prima volta Valentino Gionta, superboss dell’omonimo clan di camorra di Torre Annunziata, ha rilasciato dichiarazioni nel corso di un processo: “Dico ai giudici: guardatevi bene le carte e chiedetemi pure, che ve le spiego io le cose”. A riportare la clamorosa notizia dal punto di vista processuale è questa mattina il quotidiano “Il Mattino” in un articolo a firma di Dario Sautto. Il capo dei “valentini” si trova rinchiuso al regime di carcere duro a Sassari in quanto condannato all’ergastolo.

Torre Annunziata, il superboss Valentino Gionta parla per la prima volta in un processo: “Ve le spiego io le cose”

Ieri mattina Gionta era in collegamento video nell’ambito di un procedimento che lo vede alla sbarra insieme alla moglie Gemma Donnarumma, alla figlia Teresa e al genero Giuseppe Carpentieri. Tutti sono accusati di aver riorganizzato il clan Gionta tra il 2020 e il 2021, con estorsioni e traffico di droga. Il boss ha chiesto la parola: la sua volontà era quella non solo di respingere l’accusa dell’Antimafia secondo cui sarebbe ancora lui il reggente del clan, ma anche di difendere i familiari.

“Da un anno voglio parlare, ma non mi hanno interrogato. Sono in carcere da più di trent’anni, sono in questa ‘situazione’ da 43-44 anni, ma è la prima volta che sto cominciando a parlare di tante cose”. Nell’inchiesta da cui è scaturito il processo numerose intercettazioni per le quali da Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea ha ipotizzato che il boss inviasse “messaggi” ai suoi sottoposti.

“Io qua dentro sto da solo, penso, mi innervosisco e voglio cambiare qualcosa”

“Le mie giornate qui sono sempre uguali – ha detto Valentino Gionta – per questo ho chiesto ai miei familiari di venire più spesso. Perché io qua dentro sto da solo, penso, mi innervosisco e voglio cambiare qualcosa. Voi (riferendosi agli inquirenti, ndr) però vedete in quelle parole solo cose di camorra, invece c’è anche l’affetto verso i miei familiari”.

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