Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con una sentenza pronunciata appena ieri 16 novembre 2022, ha assolto il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello e la segretaria comunale Daniela Rocco, dal reato di induzione indebita perché “il fatto non sussiste”.

Martiello e Rocco sono stati coinvolti in una lunga vicenda giudiziaria partita nel febbraio del 2019 quando furono accusati di aver tentato di imporre alla Pro Loco “ditte amiche dell’amministrazione” in occasione degli eventi previsti per le festività natalizie del 2017-2018. A segnalare le presunte violazioni fu un consigliere di minoranza.

Ora, dopo oltre tre anni, la piena assoluzione. Martiello ha così commentato: “Chiarita la mia posizione, rientro con effetto immediato alla carica di sindaco di Sparanise” ed ha poi dato notizia della conclusione del processo che vede totalmente scagionati lui e la segretaria comunale con l’assoluzione richiesta direttamente dal Pubblico Ministero.

“Al termine della requisitoria, ripercorrendo le fasi processuali, acclarando l’insussistenza dei reati ascritti al sindaco e alla segretaria comunale – si legge nella nota di Martiello – il pubblico ministero ha chiesto al Presidente del collegio giudicante Dott. Giovanni Caparco l’assoluzione dei due imputati.

Termina così una delle vicende più tristi degli ultimi 50 anni della storia politica sparanisana. Un’assoluzione che giunge dopo un arresto, una detenzione ai domiciliari, un lungo periodo di divieto di dimora nella sua città.

C’è sicuramente gioia ma anche un pizzico di amarezza per le motivazioni e le modalità in cui l’intera vicenda si è svolta. Per la gogna mediatica alla quale è stato sottoposto Salvatore Martiello, spesso senza diritto di replica, al livello di barbarie raggiunto dalla politica locale che, evidentemente, ha scelto di non accettare la volontà popolare e perseguire, in nome di una legalità che nella sostanza di oggi dice tutt’altro, strade che di politico non hanno nulla.

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