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Intervista a Luca Lucaroni: nella Città di Gragnano la sua nuova casa

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Intervista a Luca Lucaroni: nella Città di Gragnano la sua nuova casa

Luca Lucaroni ha appena vinto, insieme a Rebecca Tarlazzi, la medaglia d’oro per la categoria Coppie Artistico Senior, ai World Skate Games 2022 di Buenos Aires, dove ha anche ricevuto la cittadinanza onoraria. Per lui è addirittura la tredicesima volta da Campione del mondo tra Singolo e Coppia Artistico. Abbiamo parlato con l’atleta della Federazione Italiana Sport Rotellistici, ripercorrendo alcune tappe della sua immensa carriera proiettandoci nel futuro che verrà. Nell’intervista Lucaroni ci ha anche raccontato della sua nuova casa: la Città di Gragnano.

Intervista a Luca Lucaroni: nella Città di Gragnano la sua nuova casa

Luca, siamo qui allo straordinario risultato di 13 titoli mondiali, come ci si sente? 

Inutile dire che sono la persona più felice del mondo in questo momento, per tutto. Sembra ieri quando ho intrapreso questo percorso, è tutto ancora così vivido. Questi anni sono volati, ricordo ancora i primi periodi quando mi sono trasferito a Roma, è stato un misto tra gioia e dolore. La mia vita è cambiata radicalmente, a 16 anni ho deciso di lasciare la famiglia, gli amici, la scuola ed il mio paese natale, per iniziare un percorso formativo del quale non avevo certezze, era proprio un salto nel vuoto. Ero consapevole che comunque mi stavo affidando ad un team tra i migliori al mondo.

I primi mesi di allenamento sono stati faticosi e intensi, tante volte avrei voluto mollare, ci sono state volte al mattino dove non riuscivo a muovere le gambe dalla stanchezza, la sera quando mi mettevo a letto non sapevo se quella fosse la strada giusta, insomma mille dubbi e tante domande. Ero piccolo. Solo dopo anni sono susseguite tutte le risposte. Vedere i frutti di tanti, ma tanti sacrifici, per me è un orgoglio personale. In questo preciso momento guardo al passato con gioia ed al futuro con entusiasmo, è ancora tanta la strada da fare, ma una cosa dallo sport l’ho imparata, il coraggio di affrontare nella vita determinate scelte, cercare di mettersi sempre in gioco e, soprattutto, avere tanta forza di volontà.

Oltre ai Mondiali hai vinto gli Europei ed i Campionati italiani, anche nelle categorie Cadetti, Jeunesse e Junior, oltre ai World Games 2017 da Senior, conquistando l’oro in singolo e l’oro in coppia artistico, sempre con Rebecca Tarlazzi, nella città di Wroclaw in Polonia. Come ricordiamo che non sono mancati argenti nel tuo palmares. Quando ti fermi a pensare a tutto questo? 

In realtà in passato ho guardato sempre avanti, solo ora riesco un po’ a realizzare. Prima raggiunto un obiettivo, ero già pronto a lavorare su quello successivo in programma, perché la stagione sportiva non ti permette tante pause, quindi non ho avuto il tempo per godere a pieno ogni singola vittoria. In generale però sono una persona che non si sente mai arrivata, anche ora già sono pronto ad affrontarne altri che mi sono prefissato, ma come allenatore. Non mi sono mai accontentato e cercherò di non farlo nemmeno ora. Però ricordo con emozione il primo titolo del mondo senior a Novara, è quello che mi ha segnato di più, in primis perché “giocavo in casa” quindi ho percepito appieno il calore della mia nazione che mi sosteneva con gioia ed orgoglio . 

Sono sette gli ori consecutivi vinti insieme alla Tarlazzi. Quanto ritieni importante il rapporto con il compagno di coppia? 

È molto importante avere un rapporto solido, alla base di tutto c’è sempre stata stima e tanta fiducia. Devo dire la verità sin da subito abbiamo capito che insieme avremo potuto dare tanto, sia in singolo che in coppia. 

La Cittadinanza Onoraria a Buenos Aires per te e la Tarlazzi, cosa ne pensi?  

Devo premettere che in Argentina c’è un pezzo di cuore, ci sono cresciuto li. Insieme al mio allenatore ci trascorrevo mesi durante l’anno per seminari e fin dalle prime volte mi sono sentito a casa. Nutro un legame forte con questo paese, è inspiegabile il calore degli argentini, sopratutto quest anno si è dimostrato un pubblico molto caloroso, che ci aspettava con entusiasmo, quindi non è una formalità, è un affetto reciproco e sentito.

Raccontaci in breve l’Italia ai World Skate Games 2022. Gli azzurri hanno tenuto altissima la bandiera nazionale a quanto pare… 

È sempre una grande soddisfazione, come tutti gli anni l’Italia si è contraddistinta dalle altre nazioni, è un Italia leader mondiale delle rotelle, anche questa volta il medagliere in tutte le discipline. Vincendo 16 medaglie d’oro, 30 medaglie d’argento e 16 medaglie di bronzo.

Quanta passione e quanta determinazione ci vogliono per raggiungere certi risultati agonistici? Quanto bisogna essere dediti al sacrificio? 

Ti dico la verità, non riesco a quantificare. Non riesco perché chiaramente non ho avuto una vita “normale” come tutti gli adolescenti. Sono stati anni di duro allenamento perché alla fine ho sempre trascorso le mie giornate tra palestra al mattino e pista al pomeriggio. Non esistevano feste o vacanze, come tutti i miei coetanei. Però posso dire che n’è valsa la pena. Sia per i successi, ma in primis per le esperienze e le emozioni che ho provato viaggiando in giro per il mondo, ho avuto modo di vedere tanti posti e la fortuna di conoscere tanti popoli e culture diverse, e questo si può dire che è un bel bagaglio personale. La passione invece è alla base, credo che quella sia stato il movente che mi ha spinto a superare tanti limiti mentali e fisici, che credevo insormontabili.

Nelle esibizioni di pattinaggio artistico su rotelle vediamo tanta, tanta interpretazione. In percentuale quanto ti senti artista, quanto attore e quanto atleta?  

Sono ruoli che ho dovuto imparare a far coincidere sin da piccolo, questo sport richiede molta artisticità, e quindi sono aspetti che ho lavorato e assimilato. In linee generali mi ritengo un atleta, il resto lo vivo come conseguenza perché calandomi a pieno nei vari temi coreografici ed emozionandomi io in primis sono riuscito a trasmettere al pubblico le mie sensazioni 

La prima volta che hai messo i pattini? Come tutto ha avuto inizio? 

La prima volta che ho messo i pattini si può dire che è stato un caso, all’eta di 4 anni più o meno. Accompagnavo con mia madre le mie sorelle agli allenamenti, in realtà avrei voluto fare calcio, ma i miei genitori per comodità decisero che quello sarebbe dovuto essere lo sport di tutti e tre. All’inizio per me era un gioco (come dovrebbe essere lo sport da piccoli), andavo li a divertirmi, negli anni poi si è scoperto che avevo una predisposizione e delle qualità importanti, al punto che alla fine abbiamo deciso di investire sul mio futuro sportivo e di trasferirmi a Roma da Gabriele Quirini. 

Ripartirai con la carriera da allenatore quindi? Come mai questa scelta? 

Ho scelto di dedicare la mia vita a questo sport anni fa, e con il tempo ho maturato l’idea di non voler abbandonare questa passione, supervisiono da un annetto il lavoro di diverse società in tutta Italia e all’estero. Penso in generale che essere soddisfatti del proprio lavoro e svegliarsi ogni giorno felici di farlo è una delle cose più importanti della vita. Quindi mi ritengo una persona davvero fortunata a svolgere una professione che mi piace. 

Dovrai seguire dei corsi di formazione oppure è un percorso che già hai iniziato? Come funziona nella Federazione della quale fai parte?

In realtà ho già completato i corsi formativi nel corso di questi anni in concomitanza con la mia carriera da atleta, per diventare tecnico della Federazione Italiana Sport Rotellistici. 

Il tuo allenatore Gabriele Quirini che persona era? Quanto ti manca? 

E’ stata una persona che ha dedicato la sua vita a questo sport. Era una persona molto precisa, pretenziosa e abbastanza severa, soprattutto con me. Questo mi ha temprato e mi ha aiutato a crescere tanto, sia come atleta che a livello personale. Grazie a Gabriele ho maturato un po’ di esperienza nel settore, perché lo seguivo spesso in giro per stage nazionali e internazionali, dato che era uno dei migliori tecnici a livello mondiale. La sua presenza manca, a me e in generale nel mondo del pattinaggio. All’inizio i primi periodi dopo la sua morte non riuscivo più ad entrare in pista, era una sofferenza, poi con il tempo ho deciso che dovevo farlo per lui, era l’unico modo che avevo per ringraziarlo. Spero di renderlo orgoglioso dell’atleta, ma soprattutto della persona che sono diventato.

Quanto hanno influito su di te, come persona e come atleta gli allenatori che ti hanno seguito fino ad oggi? 

Tanto, mi ritengo fortunato ad aver avuto un team di altissimo livello, con il quale sono riuscito ad ottenere sempre il massimo, e al quale sarò grato a vita per tutti gli insegnamenti. Dopo Gabriele ho avuto la fortuna di non essere completamente solo, è stato fondamentale per me il supporto dei miei preparatori atletici e fisioterapisti Gianni Colella e Barbara Piellucci. Come allenatore Luca D’alisera, ex atleta di Gabriele Quirini e Campione del mondo. Invece nella specialità di Coppia Artistico Annalisa Marelli.

Luca Lucaroni atleta della Nazionale Italiana FISR
Luca Lucaroni atleta della Nazionale Italiana FISR
Se ti dico “Città di Gragnano” tu cosa mi racconti? 

Bella domanda, ora risponderei: casa. È qui che ho deciso di venire ad abitare con la mia fidanzata, che è originaria di Gragnano. Sin da subito ho apprezzato questa città. Gragnano, conosciuta come Capitale Europea della Pasta, offre tante possibilità, è un paese centrale, funzionale e strategico, direi “mare e monti” veramente c’è l’imbarazzo della scelta. Inoltre ho avuto la fortuna di vedere Napoli sotto altri aspetti e non come viene spesso descritta, raccontata e stereotipata.

Lucaroni con l'onorevole Annarita Patriarca, che consegna la targa all'atleta della Nazionale Italiana al rientro dall’Argentina
Lucaroni con l’onorevole Annarita Patriarca, che consegna la targa all’atleta della Nazionale Italiana al rientro dall’Argentina

Le vittorie di Luca Lucaroni

Riportiamo ora la descrizione e l’elenco delle vittorie, da Senior, nei Campionati mondiali di pattinaggio artistico a rotelle ed in altre competizioni importanti dell’atleta della FISR, Lucaroni.

Ai Campionati mondiali Lucaroni ha vinto l’Oro in singolo e Oro in coppia artistico (con Rebecca Tarlazzi): nel 2022 a Buenos Aires in Argentina, nel 2019 a Barcellona in Spagna, nel 2018 a Mouilleron-Le-Captifle in Francia, nel 2017 a Nanchino in Cina ed infine nell’anno 2016 a Novara in Italia. In due occasioni invece Lucaroni ha conquistato l’Argento in singolo e Oro in coppia artistico (sempre con la Tarlazzi) ad nel 2021 ad Asuncion in Paraguay e nel 2015 a Calì in Colombia.

Ai Campionati italiani Lucaroni ha vinto l’Oro in singolo e Oro in coppia artistico (con Rebecca Tarlazzi): nel 2019 a Ponte Di Legno (Brescia), nel 2018 a Folgaria (Provincia autonoma di Trento), 2017 sempre a Ponte Di Legno (Brescia), 2015 a Roccaraso (L’Aquila). In una sola occasione il talento della Nazionale Italiana ha conquistato l’Argento in singolo e Oro in coppia artistico (sempre con la Tarlazzi) nel 2016 a Roana (Vicenza).

Nell’anno 2017 Lucaroni ha vinto inoltre, ai World Games, sempre da Senior, l’Oro in singolo e l’Oro in coppia artistico (Rebecca Tarlazzi) a Wroclaw in Polonia.

Luca Lucaroni atleta della Nazionale Italiana FISR
Luca Lucaroni atleta della Nazionale Italiana FISR

Andrea Ippolito 

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