Avrebbe un’identità l’uomo che la sera dell’11 novembre scorso ha investito a Napoli con la moto il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli causandogli contusioni in varie parti del corpo giudicate guaribili in ventuno giorni.
Si tratterebbe di una persona residente nello stabile di via Egiziaca a Pizzofalcone da tempo al centro della battaglia politica dell’esponente verde, che è anche consigliere regionale, che ne ha denunciato l’occupazione abusiva da parte di alcune famiglie in odore di camorra.
L’indagato sarebbe un uomo vicino al clan Mazzarella. Il raid come risposta alle denunce
Grazie hai filmati di alcune telecamere di videosorveglianza, le indagini della Polizia hanno consistito di risalire all’uomo che, dopo il sequestro della moto utilizzata per l’investimento, sarebbe stato denunciato a piede libero.
“Quelli che sto vivendo sono probabilmente tra i giorni più difficili della mia vita. Per l’ennesima volta sono stato oggetto di un’aggressione ad opera, come sembra emergere dalle prime indagini e dalle indiscrezioni di stampa, di un soggetto legato ai clan e occupante abusivo di Pizzofalcone.
Lo sfogo di Borrelli, mi sento isolato
Circostanza che renderebbe ancora più inquietante l’episodio. Mi sento solo e isolato anche se in tanti mi hanno dimostrato sostegno e incoraggiamento, ma con amarezza profonda sento che le mie battaglie sono sostanzialmente mal viste da una parte della società e di un certo ceto politico”. E’ l’amara riflessione del neo deputato dei Verdi, nonché consigliere regionale della Campania.
L’investimento, quindi, potrebbe essere riconducibile alla battaglia che in queste settimane lo stesso Borrelli sta portando avanti contro l’occupazione abusiva da parte di famiglie sospettate di essere vicine alla mala di un palazzo del centro di Napoli, in via Egiziaca a Pizzofalcone.
“Mi auguro – sottolinea Borrelli – che il mio partito, nel quale milito da 32 anni ininterrottamente, sostenga con lealtà e determinazione le battaglie di civiltà e legalità che stiamo portando avanti da tempo“.