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Beni culturali, è pasticcio Pnrr: bandi riaperti e poche domande anche per i 170 milioni di euro in Campania

Parco Archeologico di Ercolano

Beni culturali, è pasticcio Pnrr: bandi riaperti perchè, in molte regioni, non è stato presentato “un numero di domande sufficiente a esaurire i fondi disponibili”. La denuncia, fortissima, è desumibile dalla lettura degli ultimi dati economici diffusi dalla piattaforma openpolis su statistiche elaborate al 20 ottobre dal ministero della Cultura.

Beni culturali, è pasticcio Pnrr: bandi riaperti e poche domande anche per i 170 milioni di euro in Campania

In molte regioni d’Italia, i termini dei bandi sono stati riaperti poiché non era stato presentato un numero di domande sufficienti a esaurire i fondi. Di conseguenza, la graduatoria con i progetti ammessi a finanziamento non è ancora stata pubblicata. Il numero di progetti ammessi a ricevere i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nell’ambito della cultura sono 1512. La maggior parte riguarda l’efficientamento energetico di cinema, teatri e musei (742 progetti finanziati); 543 sono gli interventi previsti per i luoghi di culto; 227 per i borghi.

La ripartizione in Campania e tra Regioni

Campania e Sicilia sono al primo posto per numero di progetti finanziati, rispettivamente 186 e 160. Al terzo posto c’è l’Emilia Romagna (149) che precede il Lazio (125). Per il restauro e la valorizzazione dei beni culturali il ministero della cultura è chiamato a gestire complessivamente 5,74 miliardi di euro. La regione che riceverà maggiori risorse è la Sicilia (175 milioni di euro). Seguono la Campania (167 milioni di euro circa) e il Lazio (quasi 134 milioni).

Alle regioni del meridione andrà il 45,7% delle risorse messe a bando. Tra i musei oggetto di intervento troviamo i parchi archeologici di Ercolano e dei Campi Flegrei a Napoli. Per quanto riguarda gli interventi finanziati nell’ambito della valorizzazione di giardini storici riceveranno fondi la Reggia di Caserta e il Real bosco di Capodimonte. Nel totale, in Campania sono stati presentati 170 progetti così suddivisi: 23 per Attrattività dei Borghi; 52 per Efficientamento di musei, cinema, teatri; 85 per Manutenzione dei luoghi di culto.

La Campania ha ottenuto € 59.385.845,19 per incentivare l’attrattività dei borghi; € 25.470.947,78 per la modernizzazione di cinema e teatri, tra i quali il “San Carlo” di Napoli; 82.111.100,81 € saranno invece destinati per la manutenzione dei luoghi di culto. Il conto è presto fatto, ammonta a 166.967.893 euro totali.

Le criticità

A fine giugno era attesa la pubblicazione, da parte del Mic, delle graduatorie di una serie di bandi che facevano riferimento a 5 diverse misure del Pnrr.  Tuttavia, in molte regioni, “i termini dei bandi sono stati riaperti poiché non era stato presentato un numero di domande sufficienti a esaurire i fondi disponibili”. “Di conseguenza – si apprende da openpolis su dati diffusi dal Mic – per molti territori la graduatoria con i progetti ammessi a finanziamento non è ancora stata pubblicata”.

Ciononostante, la commissione europea ha valutato che “queste mancanze” non siano così significative “da inficiare il via libera” all’erogazione della seconda tranche di fondi legati al Pnrr e da devolvere al nostro Paese. Si tratta della sostanziosa tranche da 21 miliardi di euro prevista per il raggiungimento degli obiettivi fissati per giugno 2022.

L’ultimo giudizio negativo

“L’esecuzione dei piani di investimento in Italia è in ritardo, entro la fine del 2022 sarà stato speso meno dell’1% del Pil rispetto a un obiettivo iniziale dell’1,7%”. E’ quanto afferma una “credit opinion” di Moody’s sul credito sovrano italiano a proposito delle erogazioni Ue per il Pnrr. La società di rating ricorda inoltre che Bruxelles ha erogato 21 miliardi dopo che l’Italia ha raggiunto tutti i traguardi previsti per la prima metà del 2022 con il governo Draghi.

Sono però due gli obiettivi in ritardo legati alla legge sulla concorrenza “tra cui una liberalizzazione dei prezzi al dettaglio del gas che potrebbe rivelarsi politicamente difficile nel contesto dell’attuale crisi energetica” scrive Moody’s. Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni comunque “ha manifestato la propria disponibilità a seguire il piano disegnato dal governo Draghi, anche se è ancora possibile qualche tentativo di rinegoziazione” sul Pnrr “. Staremo a vedere.

Salvatore Piro

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