È stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio l’uomo che, lo scorso mese di dicembre, nel Rione Sanità, a Napoli, diede fuoco a un pusher per punizione, mentre è caccia a un complice che gli inquirenti stanno provvedendo a identificare. I due diedero appuntamento alla vittima in piazza San Vincenzo, lo cosparsero di benzina e gli diedero fuoco: era una prova di forza – rilevano gli inquirenti – per riaffermare la forza dei clan attivi nel Rione Sanità, un atto dimostrativo nei confronti di chi voleva prendere una strada diversa.
Nessuna pista è al momento ancora esclusa: il 31enne potrebbe essere stato punito perché voleva “mettersi in proprio” o cambiare vita. Solo l’intervento della madre riuscì a salvargli la vita. Richiamata dalle urla del figlio, la donna allertò i soccorsi e tentò di spegnere le fiamme che stavano uccidendo il 31enne, che fu poi ricoverato d’urgenza nel reparto Grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
I carabinieri della Stazione Napoli Stella, all’alba, hanno arrestato uno dei responsabili, il 26enne che, per commettere il tentato omicidio violò i domiciliari. Per gli inquirenti, coordinati dalla Procura partenopea, quel gesto rappresentava il consolidamento del clan egemone sul rione Sanità.
Le indagini, effettuate con attività tecniche da parte dei Carabinieri coordinati dalla Procura partenopea, sono iniziate due giorni dopo i fatti perché mai denunciati.