Dapprima era l’uovo. L’uovo cosmico degli antichi egizi, l’anima delle acque primordiali da cui nacque il giorno e con esso, il dio sole. Una versione, forse, diversa dell’uovo incantato – di Virgilio Mago – che riposa incastrato tra le fondamenta del Castel dell’ovo tra le onde del nostro mare dove Partenope sirena lo depose prima di morire, lasciarsi andare.

…da “quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino”. La leggenda narrava che finché l’uovo non si fosse rotto, la città e il castello sarebbero stati protetti da ogni tipo di calamità e sciagura, ma se fosse accaduto qualcosa all’uovo, ci sarebbero stati guai per la città e per i napoletani. Un po’ come l’ ampolla del sangue di San Gennaro. Anch’ essa tondo conforto.

E non si può negare che il ruolo simbolico che il sommo poeta Virgilio ha ricoperto per la città di Napoli in epoca pagana, riporta non poche similitudini con il culto del martire cristiano. Fino ad una vera e propria sovrapposizione dei culti, con l’ affermarsi dell’ immagine “Virgilio, nume protettore” rigettata dalla Chiesa poi, nel Medioevo.

Era un uovo o forse un monolite, agli albori della nostra civiltà. Il primo seme occidentale.
Un ovo, la prima pietra. O entrambi; o meglio la loro interpretazione moderna: un ovolite.
Il primo uovo nasce così dalla vis creativa di Giorgio Milano e Raffaele Grande, il duo artistico che dà vita al progetto Ovolith01 – presentato nell’ ambito della mostra Novus Ordo Seclorum, realizzata da L’Arsenale di Napoli – vincitore del programma IQ I Quartiers dell’Innovazione promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali e al Lavoro del Comune che mira alla creazione di un Museo della Cultura e delle Arti Immateriali della città e della Campania.

Ovolith01, l’uno, incipit di Napoli. È il suo farsi materia, dando così corpo alle idee innovative de L’ Arsenale che si pone l’ ambizioso obiettivo di interpretare il patrimonio immateriale della città partenopea, la sua impronta digitale; presentata sotto una luce nuova…”aggiungendo nuovi significati e nuovi punti di vista ad una parte della sua storia”.
Novus Ordo Seclorum, è un’esperienza artistica innovativa che si sviluppa in tre atti che offrono una nuova immagine della città di Napoli, e del suo rapporto con Virgilio.

Dopo il primo atto – lo scorso 27 ottobre – con l’esposizione dei primi due video esplicativi del progetto, giovedì 17 novembre la mostra è stata inaugurata nello spazio espositivo di Palazzo Fondi.

Il terzo atto – il prossimo 24 novembre – sarà invece una proposta di apertura verso la città; il progetto di Ovolith01, oltre le pareti museali, si calerá nel fitto solco metropolitano, in uno specifico ambiente urbano.

“Novus Ordo Seclorum” è una riflessione sulla Napoli esoterica, alchemica, Neapolis – città nuova che è scintilla ed esplosione, uovo primordiale, nel suo cíclico divenire, nella lenta danza dell’ evoluzione ( alba, tramonto e notte/ nascita, vita, magma di trasformazione, suono e movimento attraverso la voce del vento, il rumore dei sassi, l’ inconscio profondo dell’acqua, gli elementi vitali rappresentati in un trittico 3d) come ponte di collegamento intertemporale con la nuova contea di America, il nuovo mondo, il nuovo ordine di Nueva York, città nuova anch’ essa, a più lontane miglia di mare.

“Novus ordo seclorum” – spiega l’ artista Giorgio Milano – è la locuzione che appare nel back side, il lato altro, quello meno esposto della banconota da un dollaro, simbolo della Nuova città oltreoceano, e della Borsa il suo castello, protetto da un toro, il suo Minotauro.
E questi versi tratti dalle Bucoliche di Virgilio (“Ultima Cumaei venit iam carminis aetas magnus ab integro saeclorum nascitur ordo” . It. Già viene l’ultima era dell’oracolo di Cuma, nasce di nuovo il grande ordine dei secoli) hanno ispirato l’ espressione pittorica dell’ artista napoletano che durante un suo soggiorno in America è rimasto colpito dal richiamo della banconota al poeta latino – che a Napoli è avvinto da un legame antico, filosofico e magico – che canta l’avvento di una nuova era, ovvero il ritorno all’antica età dell’oro, periodo di pace e di benessere tanto atteso, e in cui c’ è tutta la potenza simbolica dell’ Indipendenza d’America.

Accanto a questi versi, il simbolo del Great Seal (l’ immagine di una piramide incompleta e sulla cima l’ occhio della Provvidenza) a cui sembra ispirarsi Ovolith01 nelle forme e quale ponte immaginifico per un salto spazio-temporale. Fino ad una sua futuristica revisione che prende forma dall’ incontro tra l’ esperienza pittorica tradizionale di Giorgio Milano e l’ arte tridimensionale di Raffaele Grande durante i giorni di carcere del Covid19. L’ occhio diventa elettrone, e i raggi della protezione divina si trasformano in frange di interferenza sulla materia una; a dire che la materia “decide” che cosa fare… solo quando la guardiamo…

Il percorso espositivo conduce il visitatore attraverso il comportamento della materia. Sugli schermi 3d scorrono le immagini dell’ Ovolith01, rappresentato nella sua superficie fatta di rete e venature nella sala ovale fino alla sua versione in nero notte, colore della negazione della luce costitutiva del giorno, che pure è immerso in un mare denso e scuro che come liquido amniotico circonda il feto ad alimentare nuova vita. La prima pietra, l’ uovo come una Vergine con la Corona. Così la ricerca, la sperimentazione diventa emozione.

Ornella Scannapieco

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