Presunti abusi edilizi in “zona rossa” a Terzigno, il caso riesplode grazie a un’ultima sentenza del Tar. I giudici: “Condanna per il ministero e per il Comune di Terzigno“. A scriverlo nero su bianco è stato da ultimo il collegio della Terza Sezione Tar Napoli. I giudici amministrativi – presidente Anna Pappalardo – hanno così accolto l’ennesimo ricorso presentato contro il Comune e il Ministero dei Beni Culturali. A trascinare l’amministrazione in aula è stato, questa volta, un famoso ristoratore di Terzigno.
Terzigno: presunti abusi in piena “zona rossa”, il caso riesplode dopo la sentenza del Tar
L’imprenditore, difeso dall’avvocato Ippolito Matrone, addirittura nel 1994 si era visto annullare il nulla osta per concessione edilizia relativo al proprio appartamento di circa 500 mq in via Carpiti. Secondo i giudici si sarebbe però trattato di una sorta di pasticcio burocratico perchè il decreto ministeriale di annullamento non esprimerebbe “alcuna valutazione del danno paesaggistico-ambientale” che sarebbe stato arrecato “dal nulla osta” precedentemente firmato dal sindaco.
C’è da aggiungere che la Commissione edilizia comunale, addirittura nel 1987, aveva dato il proprio ok alla costruzione in quanto “la progettazione rispetta gli aspetti panoramici”. Aldilà dell’ultima condanna inferta dai giudici al Comune e al ministero, questa sentenza potrebbe adesso aprire la strada a una vera e propria serie di ricorsi “a pioggia” da parte di molti presunti abusivisti. Circa 40 famiglie – secondo le prime indiscrezioni – sarebbero infatti già pronte a trascinare nuovamente l’amministrazione dinanzi ai giudici. Il problema, a Terzigno, è parecchio sentito.
3mila pratiche di condono che restano senza risposta
In città – secondo alcune stime effettuate dai funzionari del Municipio con sede in via Gionti – giacciono ancora oltre 3mila pratiche di condono che restano senza risposta. In pratica, un cittadino su tre qui avrebbe commesso un abuso. All’interno del Parco del Vesuvio, invece, sarebbero più di 30mila le abitazioni fuorilegge.
Per non parlare del recente “cold-case” scoppiato proprio nella città di Terzigno, a partire dal 2019, quando 14 famiglie hanno subito l’abbattimento delle loro abitazioni acquistate con regolare atto notarile nel 1999. La concessione edilizia, però, non sarebbe delle abitazioni comprate, ma di altri palazzi.
Salvatore Piro