Centro scommesse Iva guardia di finanza

Per sei anni ha raccolto scommesse, in tutta Italia, evadendo completamente l’Iva: la guardia di finanza ha sequestrato oltre 2 milioni di euro ad un centro scommesse, un bookmaker maltese. Le fiamme gialle hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto del reato, emesso dal Tribunale su richiesta della Procura. L’inchiesta, denominata “Hidden Bet”, è partita da Torino ed ha permesso di individuare un “centro scommesse” su eventi sportivi, ippici e virtual games, che avrebbe operato occultamente attraverso numerosi bet point, situati in tutta Italia.

I bet point si occupavano, come mono mandatari, della raccolta “fisica” delle giocate, mettendo a disposizione i propri portali web, assumendosi, in parte, il rischio d’impresa a fronte del riconoscimento di una percentuale sulle prestazioni rese.

Così il centro scommesse maltese evadeva l’Iva da Torino a Napoli: scatta l’operazione “Hidden Bet”, sequestro da 2 milioni di euro

Tali caratteristiche, allo stato delle indagini, riscontrate in capo all’impresa maltese, sulla base di quanto previsto dalla vigente normativa, sia internazionale, sia nazionale, hanno permesso ai finanzieri, da un lato, di poter ritenere qualificata, sul territorio italiano, la presenza di una “stabile organizzazione occulta personale” del soggetto estero e, dall’altro, di procedere alla sua consequenziale regolarizzazione fiscale mediante la richiesta di attribuzione, a cura del competente Ufficio finanziario, della relativa partiva Iva.

Giocate acquisite pari ad oltre 60 milioni di euro

Le successive analisi della voluminosa documentazione reperita nel corso delle investigazioni, comprensiva delle migliaia di transazioni relative alle giocate acquisite dalla Sogei S.p.A., pari a oltre 60milioni di euro, hanno consentito di quantificare proventi che il bookmaker avrebbe percepito pari ad oltre 8 milioni di euro, che avrebbero generato un’imposta evasa pari ad oltre 2 milioni di euro.

All’esito delle indagini sarebbero emerse evidenze probatorie, di natura penale, a carico del rappresentante legale del citato operatore non residente. Il quale, pur essendovi obbligato in base alla normativa fiscale, ha omesso la presentazione delle previste dichiarazioni ai fini delle imposte dirette, dal 2016 al 2018.

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