Riciclava ed investiva soprattutto nel settore immobiliare i capitali della camorra: è scattato questa mattina un maxi-sequestro nei confronti di un imprenditore da oltre 290 milioni di euro. L’operazione è stata effettuata dai comandi provinciali della guardia di finanza di Finanza di Napoli e Bologna. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica partenopea.
Antonio Passarelli, 65 anni, attualmente ai domiciliari, è accusato di avere riciclato ingenti somme di denaro per contro di diversi clan camorristici campani (clan Puca, clan Di Lauro, clan degli Scissionisti, clan Mallardo, clan Verde e clan Perfetto).
Riciclava ed investiva i capitali della camorra: sequestro da 290 milioni di euro per un imprenditore 65enne
Il sequestro scaturisce da complesse indagini condotte nei confronti dell’imprenditore ritenuto contiguo alla criminalità organizzata campana. Per conto delle cosche, tra il 1993 ed il 2021, avrebbe effettuato, a fini di riciclaggio, fittizie intestazioni di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva). L’inchiesta, corroborata anche dalle dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, ha consentito di appurare come il detto imprenditore abbia agito in sinergia economica con esponenti di spicco di diversi clan camorristici.
Passarelli, insomma, sarebbe stato catalizzatore degli interessi criminali in vari settori commerciali, primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari. Le emergenze investigative hanno fatto emergere, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie.
Sotto sequestro 12 società, 16 autoveicoli, 37 rapporti finanziari e 639 immobili e terreni
Le indagini economico-patrimoniali eseguite sul predetto imprenditore e sui componenti del suo nucleo familiare hanno acclarato la totale assenza di redditi. Ovvero l’esistenza di redditi dichiarati del tutto irrilevanti e decisamente incongruenti rispetto alla cospicua disponibilità finanziaria, alla titolarità di numerose partecipazioni societarie e al vastissimo patrimonio immobiliare.
Su queste basi, in applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, sono stati sottoposti a sequestro 12 società, 16 autoveicoli, 37 rapporti finanziari e 639 immobili e terreni, ubicati nelle province di Napoli, Benevento, Caserta, Bologna, Ravenna, Latina e Sassari.