Si sarebbe impossessato di denaro ed avrebbe commesso rapine senza l’autorizzazione del boss di Portici: questi i retroscena dell’omicidio di Lucio Sannino, ucciso nel 2014. Questa mattina la squadra mobile di Napoli e la polizia di stato del commissariato di Ps di Portici hanno arrestato due persone accusate di omicidio e di porto e detenzione di due pistole. Reati aggravati dalla finalità di agevolare l’organizzazione di stampo camorristico denominata clan Vollaro.
Portici: Sannino ucciso perché “infedele” al clan, arrestate due persone per l’omicidio
Le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea. Stando alle indagini l’eliminazione di Sannino sarebbe stata “deliberata” dal clan per condotte delegittimanti il “prestigio criminale” dei Vollaro.
Le rapine senza l’autorizzazione
Insomma il “potere egemonico” era stato offuscato da condotte infedeli di un affiliato alla stessa cosca. Sannino si sarebbe quindi impossessato di denaro sottratto alla cassa dell’organizzazione criminale ed avrebbe commesso rapine in assenza dell’autorizzazione del reggente del clan.