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“Mio padre e altri imprevisti” di Paola Guevara è un romanzo che rivela la voglia di raccontare una storia intima, per illuminare il cammino di tante persone che vivono una situazione simile. Un volume che incarna un inventario di seconde possibilità, una riflessione sul significato profondo della famiglia di Paola Guevara, giornalista colombiana e scrittrice di questo romanzo, tradotto per la versione italiana da Giuliana Saviano.

Presentato lunedì a Napoli alla Libreria The Spark Creative Hub di via degli Acquari, “Mio padre e altri imprevisti” racconta proprio della giornalista Paola Guevara che è al lavoro quando riceve un messaggio da sua madre: “Fernando Lince vive a Cali e vuole conoscerti. Gli ho dato il tuo numero. Ti chiamerà”.

“Mio padre e altri imprevisti”, presentato a Napoli il libro di Paola Guevara

Più di trent’anni trascorsi a chiedersi chi fosse il suo vero padre e, all’improvviso, ecco lo schermo del cellulare che custodisce la promessa di una risposta. Nei mesi che seguiranno, Paola incontrerà questo sconosciuto per raccontarsi a vicenda, senza nessun filtro, il passato che avrebbero potuto condividere, la vita che ha preso direzioni diverse e che di colpo li riporta vicini, a un passo dalla verità.

Con la traduttrice Giuliana Saviano, si parla della verità ristabilita nella vita di una persona. Si comincia dalla complessità di tradurre un testo così delicato: “Tradurre è un mestiere di insoddisfazioni perenni – confessa Giuliana – il traduttore non è mai contento del suo lavoro, nella tua testa niente sarà mai definitivo. Il lavoro ti costringe a farti tante domande su qualsiasi cosa, anche le parole più semplici diventano macigni. Non è un semplice passaggio dalla lingua A alla lingua B, ma da un mondo A a un mondo B. E ovviamente c’è da capire e immergersi nelle intenzioni dell’autore”.

“Parliamo di una scrittura ragionata”

La traduzione di “Mio padre e altri imprevisti” non è stata semplice: “Parliamo di una scrittura ragionata – continua Giuliana Saviano – che ricorda una confessione, è l’autrice in prima persona a parlare al lettore. Fondamentale è stato il rapporto costante con l’autrice Paola Guevara, fuso orario permettendo visto che vive in Colombia. Le chiedevo magari perché utilizzava una parola piuttosto che uno dei sinonimi possibili. Questo è stato importantissimo, pur non vivendo il suo stesso dramma familiare sono stata in grado di capire le sue sensazioni”.

Un volume che sviscera il tema della famiglia ai giorni nostri: “Questo libro tratta di un albero genealogico ricostruito, perché alla protagonista viene negato il diritto alla verità per 34 anni. Segreti che in famiglia si sussurravano e le erano negati. Paola Guevara sovverte così anche l’ordine del padre e della madre. Un romanzo che si basa sulla decisione del figlio che si rivendica, decide chi è suo padre e quale deve essere il suo albero genealogico”.

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