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Il “fucaracchio” bello e legale dell’Immacolata di Pompei: il caso di Ponte Persica

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E dopo il caso di “Marina di Pompei“, ecco i “fucaracchi” dell’Immacolata di Pompei. Cos’è accaduto? Partiamo dall’inizio. Si perde nella notte dei tempi l’accensione dei falò dell’Immacolata che illuminano Castellammare di Stabia la notte tra il 7 e l’8 dicembre. La tradizione racconta del marinaio che guidato da una luce nel mare in tempesta riesce a raggiungere la spiaggia stabiese. E così, per ricordare l’episodio, si accendono ancora oggi i fuochi la notte dell’Immacolata. Una tradizione prettamente stabiese che talvolta si è allargata anche ai territori confinanti di Gragnano, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Pompei.

La battaglia contro i falò fuorilegge a Castellammare

Ed è più o meno dalla stessa notte dei tempi che le autorità hanno dovuto combattere contro i falò illegali, non autorizzati e comunque pericolosi, accesi nei vari quartieri della città, dal centro storico alle periferie, con l’uso di tutto quanto può essere incendiato, dalla legna alla plastica, ai copertoni. Una vera è propria sfida ai divieti, allo Stato. Il primo falò fuorilegge di questo 2022 è stato acceso nella zona del Parco Imperiale, poco dopo la mezzanotte dell’8 dicembre.

Poi, fino all’1 e 30, è stato un susseguirsi di fucaracchi delle “bande dei quartieri”. Al rione Cmi grosse cataste di legna sono state incendiate accanto alla fabbrica dell’ex Avis. Poi i fucaracchi sono apparsi in video pubblicati sui social anche nel centro antico. Grosse pire di fuoco sono state viste anche all’Acqua della Madonna, al Cicerone, al rione Spiaggia e al corso Alcide De Gasperi. L’annunciata task-force dello Stato dunque è riuscita soltanto a metà.

Il “fucaracchio” bello e legale dell’Immacolata di Pompei: il caso di Ponte Persica

Ma una eccezione quest’anno c’è stata. Ebbene sì, a Ponte Persica, zona al confine tra Castellammare di Stabia e Pompei. Qui la notte dell’Immacolata è stata una notte di vera festa. Nessuna illegalità nell’iniziativa promossa dal parroco don Modestino Capodilupo e dal gruppo della parrocchia che in piena sicurezza e con tutte le autorizzazioni del caso hanno coinvolto proprio tutti nell’antica tradizione stabiese. Proprio come recitava lo striscione apposto sulla loro pira di legno: “Nuova generazione, vecchia tradizione”.

Tutto autorizzato, sì, ma da chi? Ed è qui che viene il bello. Il rione Ponte Persica è proprio su quella linea di confine che fonde Castellammare con Pompei, non le divide, ma come in questa occasione unisce le due città tra Vesuvio e Faito. E allora può capitare che per festeggiare la notte dell’Immacolata, seguendo la tradizione stabiese, la catasta di legna da dare alle fiamme venga realizzata un po’ più in là, in un terreno privato: nel Comune di Pompei.

A Pompei il fucaracchio ha ricevuto anche il patrocinio comunale

Sì, proprio così: il fucaracchio di Ponte Persica è stato autorizzato dal Comune di Pompei e, manco a dirlo, ha riscosso un grande successo. “Mesi fa don Modestino venne da me per presentarmi l’iniziativa, e subito annunciai che avrei concesso il patrocinio del Comune per una così antica tradizione”. A parlare è il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, che ha aggiunto: “Certo, subito feci presente al parroco che prima di autorizzare ufficialmente avrei coinvolto tutte le forze dell’ordine, in primis il vicequestore Antonella Palumbo del commissariato pompeiano”.

E così è stato. Controlli sul luogo scelto, terreno privato con tanto di autorizzazione del proprietario ad ospitare il falò, sono avvenuti già nelle scorse settimane da parte delle forze dell’ordine che hanno posto delle condizioni, prima tra tutte quella di ardere solo legna, vietando legnami trattati, verniciati o addirittura materiali diversi come la plastica o prodotti chimici.

Il sindaco Lo Sapio: “Non è una gara di campanile. Alto valore culturale e sociale”

Il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio

“L’antica tradizione stabiese ha così preso vita nel Comune di Pompei, proprio a pochi metri dal confine con Castellammare, ma non è una gara di campanile. La mia è stata una decisione – ha aggiunto Lo Sapio – che andava presa a fronte dell’alto valore culturale e sociale che questo momento ha per tutti i nostri territori. In piena trasparenza, nel rispetto delle regole e in sicurezza si è svolta una bella festa”.

Pompei, quindi è riuscita a legalizzare al primo colpo i fucaracchi dell’Immacolata, a fronte dell’ennesimo flop registrato a Castellammare di Stabia, almeno sotto l’aspetto della legalità e della sicurezza, dove fortunatamente non è stato registrato nessun disordine, a testimonianza comunque di una gestione dell’ordine pubblico che ha consentito di evitare incidenti.

Evitati fuochi incontrollati ed inquinanti

“Il falò illuminato di legalità della parrocchia di Ponte Persica di don Modestino – ha concluso il primo cittadino pompeiano – ha sortito anche un altro risultato. Nelle zone periferiche della nostra città, verso Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, da sempre si erano registrati fucaracchi non autorizzati. Quest’anno Ponte Persica/Pompei ha catalizzato l’attenzione di tanti che hanno partecipato, anche in maniera fattiva, facendo sì che si evitassero fuochi incontrollati e spesso inquinanti”.

E allora non resta che sperare che il successo di Ponte Persica segni la via anche per tutta Castellammare e per i suoi amministratori, per un futuro sempre più nel segno della legalità, della trasparenza, della luce, proprio quella che guidò il pescatore dalla furia delle onde alla salvezza…per tutta la città.

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