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Castellammare, lo spaccio nel centro antico gestito da giovanissimi: l’inchiesta delle forze dell’ordine

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Una nuova piazza di spaccio tra i vicoli del “Caporivo” a Castellammare di Stabia, gestita da giovani emergenti. E’ l’ipotesi intorno alla quale stanno lavorando le forze dell’ordine, impegnate a far luce sugli affari della criminalità stabiese. E proprio tra i vicoli del centro antico sarebbero stati scoperti strani movimenti. In particolare, dopo gli arresti di numerosi esponenti del clan Vitale, lo spaccio di cocaina e marijuana sarebbe finito nelle mani di giovanissimi.

Castellammare, lo spaccio nel centro antico gestito da giovanissimi: l’inchiesta delle forze dell’ordine

Una inchiesta, condotta su mandato dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, partita dagli arresti del clan Cesarano avvenuti pochi giorni fa. Dalle indagini è infatti emerso che i Maragas (finiti in manette per estorsione) erano in contatto con Emmanuel Del Gaudio e Leandro Criscuolo, entrambi ventenni, destinatari di due misure di ordinanza cautelare e, per gli inquirenti, già impegnati nel traffico di sostanze stupefacenti.

Maragas era soltanto uno dei clienti dei pusher che si stavano facendo largo nel quartiere, dopo i numerosi arresti messi a segno nel corso degli anni dalle forze dell’ordine. Tra questi nuovi spacciatori – secondo le accuse – c’era anche una 21enne, che aveva un suo giro tra via Campo di Mola e largo Pace. Un vero e proprio cambio generazionale di pusher al centro antico, che ha attirato i riflettori delle forze dell’ordine.

Le “linee strategiche” del gruppo criminale

Adesso l’obiettivo dell’inchiesta è arrivare agli altri componenti della giovane banda attiva nel rione Caporivo. Appena poche settimane fa, la Procura Antimafia ha chiesto 84 anni di carcere per 6 imputati, accusati di far parte dell’organizzazione criminale dei Vitale, che trafficava sostanze stupefacenti nel cuore del centro antico. Vent’anni di reclusione è la pena chiesta per Maurizio e Ciro Vitale, accusati di essere i promotori, i dirigenti e gli organizzatori del sodalizio criminoso.

Sono loro, per i pm, a dettare le linee strategiche del gruppo, a rifornirsi di droga, a decidere ruoli, compensi e distribuire le “mesate” – gli stipendi – per gli affiliati liberi e per le famiglie dei detenuti. Sullo sfondo gli accordi con gli altri clan stabiesi, ma anche con la camorra di Torre Annunziata e Nocera Inferiore per l’acquisto degli stupefacenti da immettere nella piazza di spaccio. L’obiettivo degli inquirenti adesso è capire se le nuove leve agiscono in continuità con i Vitale, o se si tratta invece di un gruppo autonomo.

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