Prima di ritorno, al Bellucci di Pompei si affrontano Savoia e Real Forio. In palio punti pesanti in chiave salvezza. Presente un folto, correttissimo ed encomiabile pubblico che ha interamente riempito le gradinate di tubi Innocenti dell’impianto mariano sostenendo senza sosta le formazioni in campo.

Il Savoia scende in campo per la quinta volta in due settimane ed affronta la gara con il solito 4-3-3 nel quale Samb e Di Dato sono gli esterni di offesa per un tridente tutto nuovo nel quale Scalzone è l’ariete centrale. In difesa rientra Granata.

Il Real Forio di Angelo Iervolino si dispone a specchio con il nuovo acquisto Guatieri in campo sin da subito, mentre l’atro innesto, il bomber Ambrogio  Sorriso, si accomoda in panca.

Pronti via, un giro e mezzo di lancette, e passa il Forio che sfrutta una topica del portiere avversario Landi  che, servito da un lungo quanto inutile retropassaggio di De Cristofaro, sbaglia lo stop e poi cerca un improbabile rinvio di collo esterno regalando la sfera a Jelicanin il quale è lesto ad apparecchiare per l’elementare tap-in di Gatieri .

I bianchi di casa si mettono alla ricerca del pari che giunge al 18’ su azione di corner con una torsione di testa di Granata che disegna una parabola beffarda sul secondo palo.

Il clichet della gara vede sempre il Savoia premere sull’acceleratore alla ricerca del bis, ma la manovra dei padroni di casa è  oltremodo involuta e non libera mai al tiro gli attaccanti, anche perché Scalzone è tenuto a bada, con le buone o con le cattive, dal  barbuto Delgado. In questa frazione da segnalare solo un tiro cross di Di Dato  con il giovane Iandoli che si complica la vita e per poco non batte Landi nella gara degli strafalcioni: la palla, dopo la goffa smanacciata, bacia la trasversale, danza pericolosamente nei paraggi della linea di porta e poi viene allontanata in qualche modo dalla difesa.

In questa frazione il Savoia è apparso volenteroso ma slegato e privo di idee, schierato molto lungo in campo e con il centrocampo in costante sofferenza perché poco reattivo in fase difensiva e totalmente piatto per quello che riguarda la fase offensiva.

Samb è apparso avulso dalla manovra per tutta la mezz’ora nella quale ha giocato all’ala mentre è andato nettamente meglio quando ha invertito la posizione con Sicuro. Il senegalese potrebbe essere un ottimo laterale, avendone le caratteristiche, ma  la squadra dovrebbe avere un centrocampo valido non certo come quello odierno, per cui stornarlo dal reparto mediano non è stata certo una buona intuizione tattica.

La ripresa si è svolta sulla falsariga del primo tempo sino a metà del tempo quando mister De Stefano, oggi veramente incomprensibili le sue scelte,  ha dato la svolta in negativo alla gara sostituendo contemporaneamente Strazzullo e Samb per Dommarco e Carnicelli.

Il centrocampo, già di per sé sofferente, defraudato contemporaneamente dei muscoli e della tenacia dei  due interni, è crollato miseramente.

La squadra, con esterni di ruolo riciclati in anfratto della formazione,  ha perso ulteriormente le distanze in campo e la logica conseguenza è stata quella di beccare due reti in 10 minuti ad opera del nuovo acquisto Sorriso: la prima incornando all’incrocio in maniera spettacolare all’incrocio su assist millimetrico di Pistola e la seconda uccellando un disastroso Landi, peggiore in campo, con un tocco sul secondo palo su cross da corner.

Il Savoia è stato stordito dall’uno-due isolano ed ha tentato la reazione nervosa, accorciando le distanze con una perla di Scalzone che ha addomesticato di petto  un lungo lancio di De  Cristofaro ed ha fatto partire una bordata ad incrociare dal limite dell’area battendo imparabilmente il giovane Iandoli.

Il triplice fischio del Sig. Aprile di Caserta (ancora una volta un arbitraggio scadente sia sotto il profilo tecnico che su quello disciplinare) ha visto gli isolani ritrovare il “Sorriso” (ndr. i lettori potranno provare a perdonare il cronista per questa  esecrabile battuta) ed il Savoia chiamato a rapporto dalla tifoseria che chiede maggiore impegno.

La sconfitta interna è sanguinosa per i bianchi che hanno perso una gara da sei punti, ma a fare male non è solo la sconfitta che, tutto sommato, giunge anche immeritatamente dopo avere subito un tiro e mezzo verso la propria porta. Quello che lascia perplessi, se non basiti, è la prestazione fornita, che è stata costellata da tanti errori  di natura tattica, tecnica e mentale di approccio alla gara. Le tante partite in pochi giorni stanno incidendo non poco sul percorso biancoscudato perché la rosa non è attrezzata numericamente e qualitativamente per affrontare tanti impegni così ravvicinati. La sensazione è che si debba lavorare ancora molto per trovare la giusta quadratura sia tattica che numerica anche perché avere un solo attaccante di ruolo in rosa sembra davvero un azzardo.

Salvatore Curcio

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