I clan storici dell’area stabiese starebbero chiedendo ad imprenditori e commercianti di pagare “l’offerta per i carcerati”, in occasione del prossimo Natale. E’ il dato allarmante emerso da ultime risultante investigative, insieme a confidenze di commercianti del centro, preoccupati per il forte clima di tensione che si sarebbe venuto a creare. Una vera e propria “sovrattassa”, quella imposta non solo dai clan D’Alessandro e Cesarano nella città stabiese, ma anche dagli Afeltra – Di Martino nei comuni dei Monti Lattari.
Allarme racket nell’area stabiese e dei monti Lattari: controlli straordinari contro gli emissari dei clan
Per questo motivo le forze dell’ordine hanno deciso di effettuare dei controlli straordinari non solo a Castellammare, ma anche a Gragnano, Pimonte, Agerola e Sant’Antonio Abate, dove nei giorni scorsi sono state messe a segno numerose operazioni. Le estorsioni natalizie avrebbero una tassa maggiorata del 10 e del 20% rispetto alla normale “retta mensile” (a seconda delle attività taglieggiate). E chi non è taglieggiato negli altri periodi dell’anno, è il caso delle attività minori, è chiamato comunque a versare l’obolo natalizio. L’assedio della camorra a ridosso delle festività natalizie si fa dunque asfissiante, anche nei comuni dell’area stabiese.
Decine di famiglie da sfamare
I clan hanno decine di famiglie da sfamare e, così, intensificano l’attività in questo periodo. Bisogna rastrellare i soldi per le spese legali e gli stipendi da pagare alle famiglie dei detenuti. E, naturalmente, per corrispondere il mensile a tutti gli altri affiliati. Servono denari, tanti denari. Perciò, non c’è angolo di questo territorio che non sia sotto assedio. Le tariffe così si moltiplicano. Anche chi non è stato raggiunto direttamente capirà che dovrà provvedere a “mettersi a posto”, a versare il “fiore” agli amici. Poi, dal prossimo mese di gennaio, tutto ritornerà alla normalità. Il dado dunque è tratto.
Nel buio del silenzio avanzano estorsioni
I clan hanno fame e devono far fronte all’emorragia delle proprie casse. Il racket natalizio non perdona nessuno. Piccoli e medi imprenditori. Onesti artigiani. Le organizzazioni camorristiche non aspettano altro: nel buio del silenzio avanzano estorsioni. Pretendono soldi. Soldi e ancora soldi. Del resto anche loro, come si sente spesso dire, devono “farsi Natale”. E ci provano in tutti i modi, facendo leva anche sull’omertà che, nonostante la presenza di associazioni antiracket e l’organizzazione di varie iniziative a tema, resta alta a Castellammare e dintorni.