Ha festeggiato la notte di Capodanno a Castellammare di Stabia esplodendo dei colpi di pistola a salve. Una scena ripresa sui social, con un messaggio eloquente, rivolto per gli inquirenti ai collaboratori di giustizia: “Auguri felici, a chi non tradisce gli amici…buon anno”. Ieri A.M., 22enne del posto incensurato, è stato denunciato a piede libero dalle forze dell’ordine con l’accusa di procurato allarme. L’operazione è stata effettuata dai carabinieri del nucleo operativo di Castellammare di Stabia, agli ordini del maggiore Carlo Venturini e del tenente Tommaso Errico, che hanno anche sequestrato la pistola a salve.
Castellammare, festeggia Capodanno a colpi di pistola: denunciato 22enne
Ieri pomeriggio i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del 22enne, residente nella zona del rione Scanzano. E’ considerato il responsabile di un video, divenuto virale sui social, in cui si vede un uomo esplodere alcuni colpi d’arma da fuoco con un revolver. Accompagnando il tutto con il messaggio, pubblicato come storia sul proprio profilo social, rivolto ai pentiti. I militari dell’Arma, impegnati nel web – patrolling, hanno acquisito il video social del giovane stabiese e perquisito la sua abitazione.
Durante l’operazione è stata rinvenuta e sequestrata una pistola a salve, marca Bruni modello Magnum calibro 380 con tappo rosso, arma verosimilmente utilizzata durante il video. Il giovane stabiese è imparentato con un ex killer del clan D’Alessandro, la cosca egemone nella città di Castellammare. Una storia pubblicata sui social della durata di 8 secondi, la frase scritta in grassetto contro i pentiti e 6 colpi sparati dalla pistola caricata a salve. La storia è diventata virale e ha fatto il giro del web, raccogliendo migliaia di visualizzazioni. Un episodio che, per certi versi, ricorda quanto avvenne nel 2018 al rione Savorito in occasione dei fucaracchi dell’Immacolata.
Il caso del Savorito e i messaggi contro i “pentiti”
In quella occasione alcuni residenti del quartiere (individuati e ritenuti dagli inquirenti vicini al clan Imparato) impiccarono un manichino raffigurante un collaboratore di giustizia, che aveva un cartello con la scritta: “Così devono morire i pentiti, bruciati”. Soltanto pochi giorni prima, una operazione delle forze dell’ordine (denominata Olimpo) aveva portato in carcere il gotha di quattro clan dell’area stabiese: i D’Alessandro, i Cesarano, gli Afeltra e i Di Martino. La famiglia del ragazzo denunciato è tra quelle note nei fascicoli della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per un passato legato a doppio filo con il clan D’Alessandro