Il primo impegno  del 2023 è valevole per la 19° giornata del campionato di Eccellenza Campania Girone A. Al Vittorio Papa di Cardito, per l’occasione campo di casa dei bianchi di Torre Annunziata, si affrontano il Savoia 1908 ed il  Montecalcio di Monte di Procida.

Ottima la cornice di pubblico, ben al di là degli standard di categoria, per la sfida salvezza tra due dirette avversarie.

Entrambe le compagini vivono la situazione complicata dei bassifondi della classifica ed hanno urgenza di rimpinguare l’esiguo bottino di punti, il Savoia per evitare i play-out ed il Montecalcio per scansare la retrocessione diretta in Promozione.

Per i padroni di casa mister De Stefano è costretto a fare i conti con l’infermeria che lo priva di Granata, Gargalini e Sperandeo mentre Scarpa e Scalzone sono a mezzo servizio. Lo schieramento iniziale è orbo anche di Sicuro e Samb relegati prudenzialmente in panchina in vista della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Acerrana prevista per mercoledì 11 gennaio.

Lo schema tattico prescelto è una sorta di guazzabuglio non bene identificato che si potrebbe sintetizzare come un 4-5-1 nel quale il ruolo di esterni è affidato a Strazzullo e Carnicelli mentre Liberti e Scarpa agiscono da interni e De Cristofaro da play. Di punta Vincenzo di Dato.

Sul fronte opposto un 5-4-1 con Oscar Salazaro punta centrale, sostenuto a distanza dall’antico Marco di Matteo, classe da vendere. La difesa è diretta dall’esperto e gigantesco Davide Vallefuoco.

Il primo tempo è senz’altro ricco di emozioni. Ci saranno ben quattro segnature, due per parte, che renderanno avvincente la frazione di gioco, al netto di grossolani errori tecnici e tattici.

Inizia forte il Savoia che sfiora il vantaggio dopo pochi minuti su crossi di Carnicelli sul quale Di Dato manca per un soffio il tap-in spettacolare scivolata.

La squadra oplontina, però, ha i piedi d’argilla e capitola al 24’. Su calcio d’angolo i bianchi difendono solo in the box, trascurando la seconda palla e l’errore tattico di somma a quello tecnico di Boussada che sparacchia un corto rinvio sul piede di Deering la cui staffilata dai 18 metri si infila in una selva di gambe e viene corretta al volo da Vallefuoco. Niente da fare per il pipelet torrese.

Solo un giro di lancette ed il Savoia trova il pari sull’azione più bella della giornata. Annunziata imbecca Carnicelli sulla fascia destra, lasciato colpevolmente solo da Ciro Grillo; breve fuga dell’esterno che  mette un bel cross arretrato sul quale Di Dato gira splendidamente al volo alle spalle dell’incolpevole Santangelo.

La difesa sarà anche a cinque ma la qualità individuale è da quattro ed il risultato è la peggiore difesa del girone, e si vede.

Ancora in vantaggio la celeste ospite al minuto 36 sfruttando una sesquipedale cappella del miserrimo Boussada il quale, nel goffo tentativo di difendere un pallone sparacchiato in avanti da Scarparo, perdeva l’equilibrio regalando una palla comoda comoda per il tocco di sinistro di Salazaro. Roba che nemmeno all’oratorio toccherebbe in sorte subìre alle pupille degli straniti tifosi di casa.

Ma ancora una volta sono bastati 60 secondi per registrare il pari dei padroni di casa. Punizione dalla trequarti sinistra, cross di De Cristofaro ed impatto letale del testone di Nino Guarro con palla appoggiata a baciare il palo alla sinistra del portiere ospite. Ancora una volta la difesa montese recita la parte dello spettatore non pagante.

Molto meno scoppiettante la ripresa. Mister De Stefano corregge l’assetto incomprensibile del primo tempo inserendo la punta pesante Scalzone al posto del capitano Scarpa, evidentemente non in condizione di giocare e passa al 4-4-2. Invariato lo schema per i dirimpettai con il solo cambio di Ricciolino, un classe 2005, a rilevare Grillo a disagio per tutto il primo tempo contro Carnicelli.

Ad inizio ripresa Salazaro sfiora la doppietta dopo una azione sulla parte sinistra dell’area ma il suo tiro a giro viene giustamente battezzato fuori dallo specchio da Luigi Sorrentino.

Il Montecalcio termina qui la sua gara e lascia campo al Savoia che ne approfitta la 64’ quando Dario Balzano è lesto ad appoggiare in rete un cross di Strazzullo da palla inattiva proveniente ancora una volta dalla trequarti sinistra.

La reazione degli ospiti è stata impalpabile ed i bianchi avrebbero potuto raddoppiare con Samb che dopo una straripante azione ha concluso con una bella rasoiata deviata sul palo alla sua sinistra da un balzo prodigioso di Santangelo.

Dopo 6 minuti di recupero, dettati dall’ottimo signor Brozzoni di Bergamo (finalmente un arbitro all’altezza) la contesa si chiude decretando una retrocessione quasi certa per i malcapitati montesi ed una boccata di ossigeno per i bianchi oplontini, i quali per raggiungere l’agognato traguardo della salvezza diretta dovranno però sudare le proverbiali sette camicie.

La società sta cercando di correggere gli errori, o forse più correttamente gli orrori, commessi dalla precedente gestione in tema di allestimento della squadra ma il compito non è agevole per la scarsità dei profili interessanti presenti sul mercato.

La rosa sembra un supermarket dalle porte girevoli dove i calciatori entrano ed escono molto velocemente, talvolta senza annunci ufficiali volti ad informare il pubblico, ed il risultato è che gli ignari tifosi sono costretti ad interpretazioni degne della cabala per decifrare l’elenco dei convocati.

Un altro fattore di incertezza è la attitudine del mister De Stefano a schierare i calciatori fuori dal loro ruolo naturale, come ad esempio Strazzullo oggi utilizzato misteriosamente per parecchi minuti come esterno alto di sinistra con sei o sette esterni di ruolo presenti in rosa.

Idem nella partita casalinga persa indecorosamente contro il Real Forio con la sostituzione contemporanea di due centrocampisti di sostanza come Strazzullo e Samb per inserire due esterni fuori ruolo ed incassando due gol in 10 minuti.

Certamente la curiosità intellettuale è una buona qualità e provare nuove strade senza dare nulla per scontato è una cosa possibile, forse auspicabile, ma la sperimentazione non dovrebbe avvenire quando la squadra ha già di suo ben poche certezze e quando la classifica reclama ben altre urgenze.

In queste situazioni la regola aurea è restare con i piedi per terra, motivare la squadra ad avere una determinazione feroce su ogni su ogni pallone, impostare schemi tattici semplici dove tutti sono chiamati a svolgere quello che sanno fare meglio, senza voli pindarici ed avere la concretezza come imperativo categorico. Giocare al piccolo tattico è rischioso e quindi da evitare assolutamente.

Salvatore Curcio

 

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