Il Gazzettino vesuviano | IGV

Pugile 18enne ucciso a Caserta: condanna a 21 anni per l’aggressore

Condanna a 21 anni e 1 mese di carcere per Gabriel Ippolito, 22enne di Caivano, accusato di aver ucciso il pugile 18enne Gennaro Leone in via Vico a Caserta il 28 agosto del 2021. Nella requisitoria di ieri il pm aveva invocato 23 anni di reclusione, la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere ha stabilito la pena a 21. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche per il giovane e disposto il risarcimento nei confronti delle parti civili. Ippolito è stato ritenuto colpevole di aver accoltellato e ucciso Leone, di San Marco Evangelista, comune alle porte del capoluogo di provincia.

All’origine di tutto, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, uno scambio di battute nei luoghi della movida casertana fra la vittima e il fratello del 21enne. Una situazione poi man mano degenerata in una rissa durante la quale, secondo gli investigatori, Ippolito avrebbe estratto il coltello e colpito mortalmente Leone alla coscia destra lasciandolo sul selciato in una pozza di sangue. Leone, studente e pugile, morì poi in ospedale. Ippolito fu arrestato il giorno dopo, ammise le sue colpe e da allora è in carcere.

Caserta un pellegrinaggio dove è stato accoltellato il 18enne Gennaro Leone

La Corte, presieduta da Roberto Donatiello, ha disposto inoltre l’invio degli atti in Procura per indagare su eventuali mancanze dei medici dell’ospedale di Caserta che la notte tra il 28 e 29 agosto 2021 soccorsero Leone; questi arrivò nel presidio sanitario del capoluogo con una profonda emorragia alla coscia causata dalla coltellata che gli aveva reciso l’arteria femorale, e morì dissanguato. Per i giudici dunque vanno compiuti ulteriori accertamenti sui momenti finali della vita del 18enne, nonostante sia stata riconosciuta la colpevolezza di Ippolito, condannato per omicidio volontario, sebbene con la pena minima prevista per questa fattispecie.

“La decisione della Corte di inviare gli atti in Procura per accertare eventuali colpe dei medici – sottolinea Angelo Raucci, difensore di Ippolito insieme all’avvocato Michela Ponticelli – è importante per arrivare all’accertamento della verità, come noi abbiamo sempre auspicato e fatto emergere tramite i nostri consulenti. Resta il rammarico perché non è stata riconosciuta la preterintenzionalità, come noi richiedevano; leggeremo comunque le motivazioni”.

I giudici hanno inoltre disposto per il 22enne di Caivano l’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre al risarcimento nei confronti delle parti civili, da quantificare in sede civile, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro nei confronti dei genitori di Gennaro, di 70mila euro per ciascun fratello, 7mila euro per il Comune di Caserta e 5mila per la fondazione Polis.

Exit mobile version