Doccia gelata per il Napoli: la Cremonese passa ai calci di rigore

Contro una Cremonese in 10 nei tempi supplementari, gli azzurri perdono ai calci di rigore: Coppa Italia già finita per il Napoli

Battuta d’arresto per il Napoli, che si arrende alla Cremonese agli ottavi di finale di Coppa Italia, torneo che ha riservato insidie alle grandi, compresa la formazione partenopea, che vede sfumare il sogno (attenzione, sogno) triplete in cui alcuni tifosi credevano ciecamente.

L’ultima in campionato batte la prima ai calci di rigore dopo una partita ricca di emozioni, una partita in cui il Napoli ha sperimentato la sua rosa B, con i vari Raspadori, Simeone, Elmas fino ad arrivare al debutto di Bereszynski.

Quella di stasera è però una sconfitta che aiuta il Napoli ad aprire gli occhi già in vista della prossima partita contro la Salernitana. Gli azzurri dovranno infatti imparare a non sottovalutare le più piccole: il pallone è rotondo e il match thriller di stasera ne è una delle più chiare dimostrazioni.

Tuttavia è una sconfitta che non fa poi così male: c’è sempre da ricordare che si insegue il sogno Scudetto, quindi vedere una squadra completamente rimaneggiata e sicuramente non al top in una Coppa Italia non è la fine del mondo. Non è bello perdere, ma sono cose che anche ai più forti capitano. E quando capita, bisogna trarre spunto e farsi le ossa.

La Cremonese passa in vantaggio alla sua prima occasione dopo 17 minuti di controllo azzurro, lo fa con un gol di Pickel che approfitta dell’assenza di marcatura per trasformare in rete il contropiede imbastito dalla formazione del nuovo tecnico Ballardini.

Attimi di spavento per il Napoli, che viene colto sul fatto quando meno se l’aspettava, rischiando addirittura di andare in svantaggio: stavolta però Okereke sciupa malamente una chance e grazia gli azzurri.

Dopo il gol del vantaggio, inizia subito una partita difensiva da parte della formazione lombarda, costretta però ad arrendersi alla rimonta-lampo degli azzurri in due minuti, capaci di ribaltare in un attimo lo scenario del match.

Prima segna Juan Jesus, che si fa trovare pronto dopo la traversa di Simeone, a sua volta autore del tap-in dopo una parabola alzata da Carnesecchi su un tiro di Ndombele. Terzo gol stagionale del difensore brasiliano, autore del pareggio fra le proteste dei grigiorossi, oggi in maglia azzurra, che avrebbero voluto un fuorigioco.

Subito dopo ci pensa il Cholito Simeone a trovare il gol del sorpasso: ottima azione individuale di Zerbin, bravo poi ad appoggiare la palla sulla testa dell’argentino, finalizzatore di mestiere. Gol del 2-1 che ricorda quello fatto in quel di Milano contro il Milan. Di testa, stessa fascia da cui è partito il cross, stesso risultato. Magari meno pesante, ma sempre importante.

Nella ripresa gli azzurri continuano a giocare come se non fossero in vantaggio, alla ricerca di un ulteriore gol che metterebbe quasi in ghiaccio la qualificazione ai quarti di finale. Ma, fra stanchezza e inconcludenza, il gioco si rivela sterile.

Spalletti prova a gettare nella mischia i titolarissimi, come Lobotka e Anguissa, mosse azzeccate ma che comunque non cambiano chissà cosa, lasciando il risultato in bilico, con la Cremo che aspetta pazientemente il momento giusto per affondare il pareggio.

E questo arriva pochi minuti prima del triplice fischio, al minuto 87, per la precisione: gli azzurri iniziano a sedersi sugli allori pregustando il confronto ai quarti contro la Roma e Afena-Gyan, libero di fare ciò che vuole, piazza all’angolino un gran colpo su cui Meret può fare veramente poco.

Si va ai supplementari sul risultato di 2-2, con una Cremonese riversata in difesa per trascinare la gara ai calci di rigore: gli ospiti restano in dieci a causa della doppia ammonizione di Sernicola per buona parte dei 30 minuti extra, ma riescono comunque a mettere su una fase difensiva massiccia.

Il Napoli ci sbatte contro e ha anche parecchia sfortuna, vedi un palo di Simeone a porta praticamente sguarnita. Ancora più occasioni nel secondo tempo, alcune sprecate, altre per poco non concretizzate. Fatto sta che la Cremonese riesce nell’impresa di arrivare ai calci di rigore.

Sotto il diluvio di Fuorigrotta calciare i rigori non è certo la miglior cosa, specialmente quando tiratori e portieri devono fare i conti con un terreno bagnato che complica ulteriormente la situazione.

Dopo i primi tre tiri a testa, nessun errore: è 3-3, Meret va vicinissimo ad una parata su Tsadjout, palla che sfugge sicuramente a causa del prato pesante su cui risulta difficile muoversi con agilità.

Quarto rigore fallito da Lobotka, che spiazza Carnesecchi, ma manda a lato. Valeri invece non sbaglia. Osimhen segna il rigore del 4-4, ma dagli 11 metri Afena-Gyan completa la sua serata da protagonista spiazzando Meret.

La Cremonese trova l’impresa al Maradona: l’ultima batte la prima. Il Napoli esce così dalla Coppa Italia, ma ne deve uscire ancora più forte, perchè nella prima competizione italiana è ormai risaputo quello che sta succedendo.

E allora questa sconfitta deve suonare semplicemente come un “testa bassa e pedalare”, perchè non è ancora successo niente, ma presto potrà succedere qualcosa, una cosa che alle pendici del Vesuvio non si può pronunciare.

Giuseppe Garofalo

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