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Castellammare, processo Domino bis: la scuola “Salvati” di Scanzano era in mano alla camorra

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“La scuola media ‘Salvati’ di Scanzano era in mano alla camorra, le chiavi erano nella disponibilità di Luigi D’Alessandro junior, che ne aveva fatto il covo della cosca egemone a Castellammare”. Sono le dichiarazioni rese nei giorni scorsi in Tribunale da un rappresentante delle forze dell’ordine, che ebbe un ruolo importante nelle indagini che portarono all’operazione “Domino bis”, con l’arresto di capi e gregari del clan D’Alessandro.

Castellammare, processo Domino bis: la scuola “Salvati” di Scanzano era in mano alla camorra

Si è svolta presso il tribunale di Torre Annunziata, una nuova udienza del processo che vede alla sbarra Luigi D’Alessandro (figlio del boss Pasquale e ritenuto dagli inquirenti già un ras emergente del clan stabiese), Carmine Barba e Giovanni Izzo. Fari puntati sull’ex scuola media “Catello Salvati”, chiusa nel 2010 e ancora oggi abbandonata, che era diventato il rifugio dei principali esponenti del clan.

Nelle aule vuote dove fino al 2010 arrivavano i ragazzi del quartiere con le loro maestre, da tempo si svolgevano summit di camorra. Una scelta degli uomini del clan pensata per non essere controllati e intercettati. Sui muri dell’istituto abbandonato scritte anti Stato, come “andate via” e una stella inneggiante alle brigate rosse. Poi la firma del clan la “R” del rione Scanzano.

Le chiavi le aveva Luigi D’Alessandro

E ’investigatore ha confermato ai giudici che le chiavi le aveva Luigi D’Alessandro, il giovane che a 22 anni già sedeva al tavolo dei boss quando la cosca di Scanzano doveva prendere le decisioni importanti. L’ultimo sopralluogo effettuato dai vigili consentì di scovare la roccaforte della droga all’interno della scuola, con due pitbull da combattimento all’interno dell’edificio. Un lager creato in un immobile comunale e lasciato lì per chissà quanti anni nel disinteresse generale.

Intanto la scuola Salvati potrebbe essere trasformata in un asilo nido, almeno secondo il progetto di fattibilità elaborato dall’amministrazione Cimmino. Un progetto che ha ottenuto già il finanziamento ministeriale di circa 2milioni e 700mila euro, per dare un segnale importante di legalità e cultura nell’intero quartiere. La città di Castellammare è diventata così beneficiaria di un finanziamento (da parte del Ministero dell’Interno e del Ministero dell’Istruzione) per progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, e al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

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