I beni confiscati al clan D’Alessandro torneranno a disposizione della comunità di Castellammare di Stabia: sono quattro (sui sei complessivi) i progetti ammessi a finanziamento nell’ambito del Pnrr. Tra questi, c’è anche l’ex discoteca Plan B di via Piombiera, che per l’Antimafia era gestita dal ras degli scanzanesi Nino Spagnuolo. La struttura situata nella periferia cittadina sarà trasformata in un “centro polifunzionale giovanile sportivo educativo”.

Castellammare, Pnrr: i beni del clan torneranno alla comunità stabiese

E’ stato dunque dato il via libera ufficiale al progetto lasciato in eredità dall’amministrazione Cimmino (poi sciolta per infiltrazioni camorristiche). I fondi stanziati per l’edificio di via Piombiera ammontano a circa due milioni di euro e adesso si dovrà lavorare per presentare i bandi. L’ex Plan B fu acquisito ai beni dello Stato in seguito ad una operazione effettuata dalle forze dell’ordine sul territorio, su mandato della Dda partenopea.

Negli anni scorsi la discoteca era meta di migliaia di giovani e ha ospitato vip come Elettra Lamborghini e Fabrizio Corona, ovviamente esclusi da qualsiasi indagine in merito. Foto di uomini della cosca stabiese, accanto a importanti bottiglie di champagne, volti noti del mondo dello spettacolo e soprattutto tantissimi ragazzi da Castellammare, ma anche dal resto della provincia. Un mix che ha acceso i riflettori degli investigatori e della Dda.

Le strutture che erano della camorra

Per gli inquirenti dietro al giro d’affari c’era un solo proprietario: il clan D’Alessandro. Un’accusa che è costata un provvedimento d’arresto al colonnello della cosca, Nino Spagnuolo. Ma non è tutto. Tra i beni confiscati alla camorra e finanziati dal Pnrr c’è anche “La strada della legalità”, che ha ottenuto 270mila euro per il riutilizzo di un bene un tempo in possesso dei D’Alessandro in via Micheli.

Oltre al centro aggregativo giovanile, per un importo di 287mila euro, nello stesso fabbricato di via Micheli. Finanziati anche 83mila euro per un info point sociale a Scanzano. Un percorso intrapreso dal Comune in sinergia con l’esperto di beni confiscati Antonio Arzillo, per portare a casa i fondi necessari per la rifunzionalizzazione e la riqualificazione degli immobili in chiave sociale e culturale.

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