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Assolti per non aver commesso il fatto. Nessuna condanna per Nicola Esposito e Giovanni Cesarano, ritenuti dagli inquirenti affiliati al clan Cesarano del rione Ponte Persica, imputati nel processo per l’estorsione a una catena di supermercati di Castellammare. Il gup del tribunale di Napoli, Carla Sarno, ha infatti assolto i due pluripregiudicati, a fronte delle richieste di 4 anni e 5 anni e 10 mesi di reclusione formulate dalla Procura Antimafia.

Castellammare, estorsioni ai supermercati: assolti Nicola Esposito e Giovanni Cesarano

Nell’ambito dello stesso processo, sono stati già condannati invece tre collaboratori di giustizia, una volta legati alla cosca dei D’Alessandro: si tratta di Renato Cavaliere (due anni e mezzo), Salvatore Belviso (due anni e due mesi) e Pasquale Rapicano (due anni), accusati di aver effettuato una estorsione ai danni dell’imprenditore Adolfo Greco, a sua volta imputato nel processo Olimpo che vede alla sbarra il gotha di quattro clan camorristici dell’area stabiese: i D’Alessandro, i Cesarano, gli Afeltra e i Di Martino.

Uno stralcio del processo Olimpo

L’assoluzione di Esposito e Cesarano è avvenuta al termine di uno stralcio del processo Olimpo. Nel rito ordinario, invece, sono tuttora alla sbarra i vertici del clan D’Alessandro, ritenuto egemone a Castellammare. Tra questi, c’è anche Teresa Martone (moglie dell’ex e defunto boss Michele D’Alessandro), ritenuta una degli elementi chiave di questa inchiesta. L’Antimafia le contesta di aver imposto il pizzo a un’azienda stabiese.

Alla sbarra con lei ci saranno anche i figli Pasquale e Vincenzo D’Alessandro, entrambi liberi dopo aver scontato pesanti condanne e ritenuti dall’Antimafia ancora ai vertici dell’organizzazione criminale del rione Scanzano. Ma tra gli imputati del processo con rito ordinario ci sono anche Sergio Mosca e Paolo Carolei, altre figure di primo piano del clan egemone stabiese.

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