“Abbiamo riaperto da poco la casa dei Vettii e devo dire l’attuale direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, tedesco anche se ora ha preso la cittadinanza italiana, è una eccellente persona. Ma è sorprendente che le prime nove istituzioni culturali italiane siano tutte quante dirette da stranieri.
Questo mi sembra sorprendente anche rispetto alla tradizione di studi che abbiamo in Italia, le maggiori università italiane hanno eccellenze nel campo degli studi archeologici, dell’arte e della musica”. Firmato il Ministro Gennaro Sangiuliano. Come a dire prima gli italiani, ovvero uno degli stucchevoli refrain caldeggiati dalle destre durante l’ultima campagna elettorale.
Pompei, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Prima gli italiani”
Questo, in sintesi, il neanche troppo velato affondo diretto dal neo Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, anche nei riguardi del direttore pompeiano d’adozione, il 41enne archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel. La sua nomina, avvenuta nel 2021 alla guida degli Scavi, suscitò immediate polemiche, provocando persino le dimissioni di 2 fra i 4 componenti dell’allora consiglio scientifico del parco di Pompei, gli studiosi Stefano De Caro ed Irene Bragantini.
Le ultime parole di Sangiuliano, adesso, sembrano accendere la “miccia”. Il Ministro, coadiuvato dal sempre irrequieto sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, starebbe già pensando a una nuova missione: i direttori dei grandi musei statali dovrebbero essere tutti italiani. Queste recenti nomine “esterofile” furono al contrario uno dei cavalli di battaglia dell’ex ministro Dario Franceschini, che pose l’internazionalizzazione fra le basi della sua riforma nel settore cultura.
Il bando lanciato nel 2015 da Dario Franceschini
Dal bando lanciato nel 2015 risultano nominati sette direttori stranieri (3 tedeschi, 2 austriaci, 1 britannico e 1 francese). E, fra gli italiani, ben 4 tornavano da esperienze all’estero (Bagnoli, Gennari Santori e D’Agostino dagli Stati Uniti, Degl’Innocenti dalla Francia). Proprio il sottosegretario Sgarbi, alcuni giorni fa al Corriere Fiorentino, ha dichiarato: “Vogliamo modificare il bando di selezione che era stato pubblicato nel 2015. Pensiamo di aggiornare la composizione delle commissioni chiamate a giudicare i candidati.
Quella di allora, presieduta da Paolo Baratta, era nata per rispondere all’idea forte della riforma Franceschini che puntava ad aprire le porte dei grandi musei autonomi ai direttori stranieri. E ci riuscì andando a nominarne molti. Per il prossimo bando penseremo a delle commissioni i cui membri siano più legati al territorio. Pensiamo a ex soprintendenti o a figure analoghe che conoscano più da vicino le esigenze delle realtà per cui si cerca un direttore”. La proposta, dunque, è già sul tavolo. In merito, il Ministro Sangiuliano ha commentato: “Non entro nei dettagli. Quando il provvedimento sarà in una fase più avanzata ne riparleremo”.
Salvatore Piro