Una grande «Città della Tecnologia e dell’Impresa». Questa è la proposta lanciata dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli, leader del partito «Libertà, Giustizia, Repubblica», per una delle zone più degradate dell’area sud di Napoli, ma con una grande prospettiva di sviluppo.
«Da corso Alcide De Gasperi fino alla zona che costeggia il fiume Sarno, a Castellammare di Stabia, esiste una vasta area completamente abbandonata, per l’evidente incapacità della politica locale, che potrebbe essere trasformata nella Città della Tecnologia e dell’Impresa, una sorta di Silicon Valley italiana. Un territorio che ha altissime potenzialità ma che la classe dirigente, negli anni, non ha saputo trasformare e valorizzare come merita, come purtroppo dimostrato anche dalla gestione del caso Cirio. Il governo dovrebbe sottrarre tutta quest’area al controllo dei politicanti e porla sotto la responsabilità della Presidenza del Consiglio trasformandola in un’oasi di sviluppo che possa fungere da traino per tutta l’area circostante, fulcro dell’economia campana e di tutto il Sud Italia» spiega Tirelli.
«In questa porzione di territorio, oggi desolata e aggredita anche dalla mala pianta della criminalità organizzata, si potrebbe pensare all’insediamento di poli universitari e di ricerca capaci di aggregare imprese ad alta tecnologia, garantendo così un presidio di legalità e di crescita. Un’area franca (con una fiscalità agevolata) che possa accogliere banche e aziende di primo livello, investitori nazionali e stranieri. Che punti allo sviluppo di un polo nazionale universitario e scientifico che attirerebbe giovani da tutta l’Italia e non solo. Una zona, bilingue (italiana e inglese, come già è possibile apprezzare in Trentino) di forte sviluppo, quindi, a cui far accedere solo le imprese ad alto contenuto tecnologico».
«Tramite leggi speciali – conclude Tirelli -, filtri anti riciclaggio e anti mafia, il Governo potrebbe sviluppare una rete di protezione dalla criminalità organizzata che per troppi anni, complice anche aree grigie della politica, ha regnato sovrana determinando degrado e sottosviluppo, impoverendo il tessuto sociale ed economico» sottolinea il presidente del partito.
«La nostra idea è che un progetto simile, di questa portata, possa trasformare anche il Dna culturale del luogo, trasformandolo da bacino di “soldati” per la criminalità a regno della cultura: una sorta, insomma, di maxi incubatore di imprese e di progresso. Un distretto capace, grazie alla presenza del vicino Parco Archeologico di Pompei, che attira ogni anno milioni di visitatori, di restituire una nuova immagine di Castellammare di Stabia».