Beni per 52 milioni di euro, tra 640 conti correnti, 62 appartamenti e 25 auto sono stati posti sotto sequestro preventivo in una operazione condotta dalla guardia di finanza di Varese in esecuzione di un decreto disposto dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura. Le persone indagate sono 65.
Falsi crediti Iva, 65 indagati e sequestri per 52 milioni: in Campania il vertice dell’associazione a delinquere
L’indagine ha permesso di scoprire una associazione per delinquere che operava attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di numerosi prestanome, società cartiere, con il concorso di numerosi professionisti compiacenti, finalizzato alla creazione di fittizi crediti Iva, quantificati in circa 52 milioni di euro, utilizzati per poi effettuare indebite compensazioni tributarie, sottraendo all’Erario le imposte dovute.
Il processo di formazione e successiva creazione di crediti fittizi
Un “nucleo” di una quindicina di persone gestiva l’associazione fraudolenta operativa in tutta Italia, ma il vertice era in Campania. Secondo gli inquirenti si tratta di Giuseppe Oliva, 50 anni di Aversa (Caserta). É lui, conosciuto come “Pippo”, secondo le fiamme gialle, ad aver organizzato e promosso il sodalizio criminale “a dirigere l’intero processo di formazione e successiva creazione di crediti fittizi”, si legge nelle carte giudiziarie, “di società risultate cartiere”. A preparare la documentazione falsa necessaria per le fatture fittizie, era il suo braccio destro, Antonio Lombardi, 69 anni di Orta di Atella (Caserta), oltre ad essere il legale rappresentate di una delle società usate nel raggiro, la “Winner srl”.
Insieme con lui, negli uffici della “Credimatto”, ai documenti falsi lavorava anche Federica Campopiano, 22enne di Napoli, la quale predisponeva anche “false domande di finanziamento in favore di soggetti terzi”, scrivono i pm partenopei, e gestiva il denaro “destinato ai consulenti e professionisti coinvolti nel sistema delittuoso”, oltre a gestire i rapporti tra consulenti e Oliva. Ad aiutarla era anche Francesco Lombardi, alias “Ciccio”, 34enne di Napoli, che a sua volta preparava documenti fasulli e dava “consigli tecnici e soluzioni operative strumentali al perfezionamento delle condotte fraudolente”.