Lorenzo Basile, pittore e poeta, nasce a Sarno, in provincia di Salerno, località dove tuttora vive e opera. A partire dall’anno 2003, dopo il periodo figurativo di stampo impressionista, Basile inizia a sperimentare nuovi linguaggi espressivi, che risentono dell’influsso dell’espressionismo, del post- cubismo, dell’astrattismo e dell’informale. Negli anni a seguire la ricerca del “valore formale” si incanala in un linguaggio pittorico d’effetto, fatto di campiture cromatiche vigorose, che invadono lo spazio della tela.

La forma in Basile non è mai solo delimitazione (o superamento) di un confine cromatico. Il segno è libera espressione gestuale e, al tempo stesso, rituale simbolico in cui si manifesta la coscienza remota dell’artista. Il colore, infine, è il mezzo attraverso il quale Basile ci comunica le sue visioni interiori. Forma, Segno, Colore sono allora la sintesi del suo processo creativo che, pur avvicinandosi all’esperienza artistica dell’astrattismo, ne costituisce un personale ed originale modo di “sentire”; un pensare all’arte come profonda e convinta narrazione dell’io.

Dall’anno 2021, dopo continue sperimentazioni, approda ad un linguaggio pittorico informale, irruento e gestuale. La materia cromatica viene plasmata, accarezzata e graffiata direttamente sulla tela con il pennello, le spatole e le mani. Non c’è più alcun riferimento alla forma, né a prestabilite “istanze razionali”: tutto si gioca attraverso le pulsioni emotive e l’impatto del colore sulla tela, che accoglie lo stato d’animo dell’artista. Non c’è racconto “iconico”, né costruzione di una trama, la materia cromatica segue il ritmo incalzante delle emozioni. L’opera non sempre o quasi mai viene completata in una sola seduta. L’abbozzo è solo un “flash mentale”, che viene registrato velocemente sulla tela. Ad ogni seduta di pittura rinasce un nuovo racconto che porta con sé altre problematiche.

Tuttavia, c’è  sempre, anche nella spontaneità del gesto, un assecondare “automatico” dei valori e delle regole pittoriche: l’armonia, gli accordi cromatici, la ricerca della luce.

L’esperienza artistica di Lorenzo Basile è, quindi, una forma di elevazione spirituale, una esperienza mistica che contiene il senso e l’orientamento del suo modo di vivere la vita e la pittura.

Il colore è lo strumento fondamentale per raccontare e per raccontarsi; l’artista riceve la luce, la trattiene e la restituisce al mondo. Attraverso il colore vengono fuori mondi immaginati e irreali, pulsioni emotive dell’inconscio, reminiscenze assopite, universi paralleli: dei veri e propri viaggi che l’anima compie dentro se stessa.  L’arte è anche una forma di “terapia dolce”, che lenisce il dolore, gli dà forma, lo veicola verso lidi più sopportabili e lo umanizza.

“È l’uomo, quindi, con gli stati d’animo, le sensazioni, le pulsioni ad essere la base da cui la pittura si sviluppa e si avviluppa. Ed è proprio tenendo ben presente il ricco bagaglio di implicazioni artistiche, emotive, percettive, psicologiche che le opere sottendono, che bisognerebbe approcciarsi all’arte di Lorenzo Basile, che non soltanto ha molto da dirci, ma anche e soprattutto qualcosa da darci” (cit. Valentina Basile, critico d’arte).

Ha partecipato a centinaia di Mostre collettive in Italia e all’Estero e a Concorsi, ricevendo prestigiosi premi.

 

Ha organizzato Personali di Pittura in Italia e all’Estero raccogliendo consensi di pubblico e critica.

Le sue opere, pubblicate in Cataloghi, giornali  e Riviste d’arte, sono presenti in Collezioni pubbliche e private e in diversi Musei (Museo Civico di Maddaloni (CE), Museo Epicentro di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), Museo d’arte contemporanea di Sarno (SA), Museo dell’Identità di Torre Annunziata (NA), Club Unesco di Napoli, Comune di Cava dei Tirreni (SA), Comune di Striano (NA), Comune di Chiaramonti (SS), Comune di Cavezzo (MO) ).

E’ stato recensito da autorevoli e qualificati critici d’arte, su importanti Testate giornalistiche nazionali.

Affianca alla ricerca pittorica la passione per la scrittura, la poesia in particolare. Tra le sue pubblicazioni si ricordano “Il tempo sospeso” (edito dalla casa editrice Eta Beta, con la prefazione di Valentina Basile) e “Piume di carta” (edito dalla casa editrice Eta Beta, con la prefazione di Vincenzo Salerno).

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